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Attualità

L'associazione 'White dove' in 11 anni a Genova ne ha seguito un migliaio
2 minuti e 43 secondi di lettura
di Tiziana Oberti

GENOVA - Dietro a ogni donna che subisce una violenza c'è un uomo che la compie. Molti i centri antiviolenza sul territorio, anche se potrebbero essere di più, poche, invece, le strutture che si occupano dell'uomo.  A Genova l'associazione 'White Dove', attraverso il percorso 'Lato oscuro', è partita undici anni fa con 4 uomini per arrivare a 120-130 persone all'anno, e oggi segue due gruppi da 12.

"Abbiamo visto in 11 anni un migliaio di uomini quest'anno 102 - spiega a Primocanale Arturo Sica fondatore e presidente onorario di White dove - i numeri possono sembrare alti ma non lo sono se si pensa che ai centri antiviolenza ci sono più di seimila accessi all'anno e ci rendiamo conto che se per ognuno c'è un uomo che ha avuto comportamenti violenti i numeri sono ancora piccoli anche se siamo radicati sul territorio".

"Circa un 20 - 30% arrivano da noi volontariamente - spiega Sica - cioè si rendono conto che i loro comportamenti sono inaccettabili, distruttivi e sotto la spinta della moglie o di qualche altra figura di riferimento vengono mentre gli altri circa 70 - 80% vengono inviati dai vari servizi, cioè dal territorio ai servizi del Comune e poi moltissimi, adesso con il codice rosso vengono mandati dalla polizia, delle forze dell'ordine e della magistratura".

"E' una legge dello Stato che ha sottoscritto la Convenzione di Istanbul che è stata fatta nel 2011 e nel 2013 che dice che ci devono essere, accanto ai centri antiviolenza, anche dei percorsi per gli uomini - sottolinea Sica - L'articolo 16 della legge 77/2013 che ha ratificato in Italia la Convenzione di Istanbul prevede esplicitamente che le parti "adottano le misure legislative o di altro tipo" per "istituire o sostenere programmi rivolti agli autori di violenza domestica". Obiettivo: incoraggiarli "ad adottare comportamenti non violenti nelle relazioni interpersonali, al fine di prevenire nuove violenze e modificare i modelli comportamenti violenti".

Per proteggere la donna serve anche affiancare l’uomo e accompagnarlo in un percorso che possa evitare un’escalation della violenza. E questo nell'ambito di un approccio integrato. I percorsi per l'uomo autore di violenza non tolgono attenzione alle donne, si tratta di una delle strategie per contrastare la violenza contro le donne. Una opportunità che rimane ancora molto sconosciuta ai più.

Ma è possibile che gli uomini cambino? Questi percorsi per gli uomini sono efficaci? "Non possiamo avere come qualunque cosa della vita il 100%, abbiamo avuto delle ricadute, - racconta Sica - quello che noi sappiamo che funziona è la diminuzione dei fattori di rischio, e cioè il fatto che se gli uomini vengono presi in carico da un centro che li ascolta e gli fa fare quel passaggio dalla minimizzazione, la vittimizzazione, cioè sembra che siano loro a subire delle violenze, alla responsabilità noi diminuiamo tantissimo il fattore di rischio della recidiva e anche, appunto, del femminicidio".

La richiesta è quella di più fondi e attenzione. "Il Sole 24 Ore dice che ci sono 14 miliardi di euro di danni di spese collaterali intorno al fenomeno della violenza domestica - conclude - il finanziamento totale di 30 milioni per i centri antiviolenza, 9 milioni per i centri che si occupano degli uomini è 39 milioni quindi questo dice tutto. Noi abbiamo pochissime risorse ma moltissime competenze. Se le risorse aumentassero, le competenze agirebbero più efficacemente".

 

 

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