GENOVA - Scontro a distanza tra il sindaco dei giovani Benedetto Pesce Maineri e la Rete degli Studenti medi di Genova: al centro della contesa la notizia circolata in queste ore secondo la quale "il sindaco avrebbe istituito una conferenza composta da tutti i rappresentanti e tutte le rappresentanti d’istituto genovesi". Secondo la Rete degli Studenti medi di Genova, non sarebbe nient’altro che un tentativo di delegittimare un organo già esistente, quello della Consulta provinciale degli studenti.
"La conferenza lanciata di recente dal sindaco dei giovani - spiega Francesco Devoti, da poco coordinatore regionale della Rete degli Studenti medi della Liguria - ci sembra l’ennesima presa in giro da parte dell’amministrazione, nonché un tentativo di delegittimare organi democraticamente eletti. Esiste infatti già la consulta provinciale degli studenti, con la quale il sindaco dei giovani avrebbe potuto interfacciarsi senza problemi".
La questione, rimarcano dal sindacato studentesco, è più sottile e trascende dalla comunicazione istituzionale scuole-giunta. "Forse il punto - continua Devoti - non è che il signor sindaco dei giovani voleva un organo di democrazia per gli studenti e le studentesse. Forse il punto è che ne voleva uno direttamente controllato e controllabile da lui. E dal momento che, pur candidando i suoi in consulta, ha visto che non sarebbe riuscito a vincere, ha ben pensato di bypassare direttamente l’organo istituzionale degli studenti e delle studentesse per crearsene uno tutto suo, dove può direzionare il dibattito e sopire le proteste".
Arriva poi l'accusa da parte della Rete degli Studenti medi di aver annunciato in pompa magna, attraverso i social, la novità, provvedendo, spiega Devoti, "a censurare ogni commento in dissenso e a offendere l’onorabilità della presidente della consulta, con accuse false e infamanti. Tutto questo a conferma del tentativo, da parte di Pesce Maineri, così come della giunta tutta, di togliere spazio agli organismi che non controllano, se pur esistenti in virtù del favore popolare. Forse è questa la loro democrazia?" chiosa Devoti.