GENOVA - La peste suina e la conseguente chiusura dei boschi del centro-ponente hanno avuto un impatto significativo su tanti settori, tra cui il turismo. "Abbiamo perso quasi tutti i visitatori, speriamo nell'anno prossimo" spiega Carlo Tixe, presidente degli albergatori di Genova. La sua attività in questa stagione attira di solito molti turisti, in cerca di relax e bellezze naturali in Liguria: "Abbiamo posti bellissimi come il parco del Beigua e i piani di Ivrea. Con la pandemia la montagna attira ancora di più perché consente di restare isolati. E poi abbiamo la splendida tradizione della mare-monti, che di solito ci fa accogliere molti turisti mentre quest'anno abbiamo mandato indietro le caparre". A mancare sono soprattutto i turisti stranieri, mentre tra gli italiani i clienti sono di tutti i tipi: si va dai classici vacanzieri a chi viaggia per lavoro, passando da golfisti e commerciali.
La speranza degli albergatori dell'area interessata dalla peste suina è che si possa ripartire a pieno regime da luglio. Nel frattempo molte attività sono chiuse, anche perché anticipare la riapertura sembra molto difficile: "Quando è partito il messaggio è difficile correggerlo - spiega Tixe - anche con un restringimento dell'area di lockdown i turisti ormai sono persi. A luglio dovrebbe ripartire tutto, la Regione è stata molto disponibile e cerca di aiutare. Negli alberghi l'occupazione è bassa, sono stato nel Tigullio e ne ho trovati molti chiusi, almeno l'80% in Regione".
Ma le criticità non riguardano solo la peste suina: "Abbiamo anche i problemi dovuti al traffico in autostrada, che fa desistere i turisti. E ovviamente c'è la pandemia: sembrava fossimo vicini alla fine e invece ci siamo ripiombati, diventa difficile anche fare i turni per i dipendenti coi contagi". Gli alberghi hanno dovuto anche fare i conti con le restrizioni del decreto Natale, che hanno causato molte disdette tra gli avventori. La perdita di turisti nel periodo natalizio è stato un duro colpo per il settore. Dopo un'estate dagli ottimi risultati la speranza era che il peggio fosse alle spalle, invece non è ancora finito.