"Sampierdarena. Sono le 3 di mattina del 25 dicembre. La musica e le urla dalla strada qua sotto sono talmente forti da non permettere a nessuno di dormire. Qualcuno sta vomitando, di nuovo, ne sento i conati come se fosse accanto a me. Degli uomini si stanno picchiando, di nuovo, forse lasceranno macchie di sangue sul marciapiede, un altro liquido da evitare domani mattina quando dovrò uscire (...)". Inizia così il post su Instagram pubblicato nel giorno di Santo Stefano da Yvette, una venticinquenne genovese residente nel quartiere di Sampierdarena.
Uno sfogo social scritto nella notte di Natale che è presto divenuto virale e commentato, ripreso dalla pagina del "Mugugno Genovese" e ricondiviso da molti. Una fotografia della situazione nel quartiere, raccontato da una giovane ragazza che chiede aiuto e supporto alle istituzioni.
"La polizia è stata allertata (...) nessuna pattuglia è ancora riuscita a intervenire", scrive Yvette nella notte di Natale. E continua: "Siamo abbandonati. Il nostro quartiere è stato lasciato alla deriva (...) Siamo soli, io mi sento sola. Mi sento sola a dover tornare a casa la sera e sperare di non venire inseguita dall'uomo che ho vito masturbarsi dietro una colonna, mi sendo sola quando vedo risse in pieno giorno (...) regolazione di conti, violenze, scippi. Mi sento sola quando cammino per strada e vedo saracinesche chiuse e negozianti arrabbiati perché non riescono a sopravvivere nel marcio e nel degrado (...)".
L'appello di Yvette va dritto alla politica e alle istituzioni: "La domanda è: arriverà il nostro turno? Verrà fatto qualcosa per migliorare la situazione? Quando si prenderanno cura di noi? (...)".
"E' venuto il momento di cambiare", chiude Yvette nel suo messaggio.