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Attualità

L'ad di Autostrade per l'Italia Roberto Tomasi ha ribadito come l'autotrasporto abbia aumentato i flussi dei pedaggi e di conseguenza le entrate
2 minuti e 18 secondi di lettura
di Giorgia Fabiocchi

GENOVA - Oltre al danno, la beffa. È quello che i liguri stanno provando dopo le novità in materia di decreto Milleproroghe, che ha previsto un aumento del +2,3% sui pedaggi autostradali. La decisione del governo Meloni ha innescato la reazione della Liguria, produttiva, economica e industriale.

"Questo aumento dei pedaggi è un regalo e una beffa - commenta Massimo Giacchetta, presidente Cna Liguria -. È un regalo ai concessionari delle autostrade in un periodo dove i concessionari hanno avuto un aumento vertiginoso dei loro profitti: il 2022 e il 2023 sono andati alla grande con l'aumento dei flussi veicolari e i flussi di traffico pesante".

A conferma di ciò anche le parole dell'ad di Autostrade per l'Italia Roberto Tomasi, che ha ribadito come l'autotrasporto abbia aumentato i flussi dei pedaggi e di conseguenza le entrate. Nel primo semestre del 2023 i ricavi hanno sfiorato circa i 2 miliardi di euro. "Si tratta di un regalo in un momento in cui i concessionari chiedono il prolungamento delle concessioni" ha aggiunto Giacchetta.

La beffa per i liguri nasce, a maggior ragione, in una regione in cui la rete autostradale è insicura, piena di cantieri, cambi di carreggiata, corsie a un senso di marcia con tracciati di km di coda e cantieri. Insomma, la sicurezza è un optional. "La A10 è un'autostrada che ha assistito l'aumento più importante di incidenti stradali nel 2022 e questo avviene tutti i giorni - ha incalzato il presidente di Cna Liguria -. È una beffa per i liguri e per le imprese liguri. Chi ci governa dovrebbe capire che questo aumento non ha logica ma è un regalo, anche perché la sicurezza e la sostenibilità sono fondamentali".

I problemi della rete autostradale non sono solo in Liguria, ma in tutta Italia. "Bisogna insistere e fare pressioni sui parlamentari e sul Governo per far cancellare questo decreto" la stoccata di Giacchetta.

I cantieri in Liguria dureranno fino al 2028, quando saranno dieci gli anni passati dal crollo di ponte Morandi. La previsione di Giacchetta però, fa tremare i polsi: "Molti dei cantieri in atto sono provvisori e tra dieci anni si dovranno demolire dei tratti e rifarli completamente nuovi. Ci sono situazioni, soprattutto in A26 e in A6, che si vede a occhio nudo che dovrebbero essere ricostruite. La verità è che bisogna mettere in sicurezza tutte le nostre autostrade".

Esiste poi un tema, quello della tecnologia, che potrebbe in futuro intervenire sulle frequenze e sui flussi veicolari dei mezzi pesanti. "Il 35% di questi mezzi che transitano in A10 e in A26 portano merci dal Sud d'Europa al Nord (non circolano in Italia ndr), se riuscissimo a razionalizzarli si potrebbe alleggerire la rete autostradale. Bisogna investire sulla tecnologia del percorso" ha chiosato il presidente di Cna Liguria Massimo Giacchetta.

L'appello dalla Liguria è partito, adesso si vedrà se verrà colto e accolto dalla politica ligure e romana. 

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