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Attualità

Dovevano essere uccisi oggi e inceneriti, saranno invece gradualmente macellati come richiesto dagli allevatori
1 minuto e 11 secondi di lettura
di Miv
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LIGURIA - Evitato all'ultimo momento l'abbattimento dei sessanta maiali allevati allo stato semi brado nell'allevamento Tresgal di Campo Ligure che dovevano essere uccisi e smaltiti in un inceneritore con grave danno all'allevatore.

La salvezza dei suini allevati dalla genovese Paola Righeschi è arrivata con una email quando davanti all'allevamento c'era già il camion che doveva caricare le carcasse degli animali abbattuti: decisivo per sospendere l'uccisione dei suini è stato il ricorso al tar da parte dell'allevatore con l'ausilio dell'Associazione di categoria in cui si sostiene non esserci necessità di abbattere suini allevati in cattività non affetti da patologie.

Per prevenire la peste suina africana circa 400 maiali degli allevamenti della zona rossa ligure dovrebbero essere gradualmente uccisi e macellati secondo un programma concordato dalla Asl con gli allevatori.

Per risarcire gli allevatori la Regione Liguria ha stanziato la somma di 130 mila euro.

Sollevata per lo scampato pericolo è apparsa stamane Paola Righeschi, titolare di Tresgal di Campo Ligure: "Uccidere subito e incenerire i nostri maiali sarebbe stato ingiusto e ci avrebbe penalizzato in modo grave perchè i minimi ristori che ci vengono riconosciuti coprono solo una piccola parte dei nostri investimenti".

Ora la donna tenterà anche di salvare Babe, un porcastro, uno stagionato cinghiale bianco di 11 anni di fatto diventato un animale da compagnia che nelle sue intenzioni non dovrebbe mai essere macellato: "Per noi è una mascotte, un animale da compagnia, è sano, non lo lasceremo più uscire e allora perchè ucciderlo?".

 

 

 

 

 

 

 

 

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