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Attualità

Migliaia di email di protesta a Regione e Asl per evitare la mattanza
1 minuto e 27 secondi di lettura
di Miv

Il quattro febbraio ci sarà una manifestazione di animalisti nel cuore di Genova, in piazza De Ferrari, ma già da giorni gli indirizzi elettronici di Regione, Asl3 e Sanità Animale sono ingolfati da migliaia di email con lo stesso testo: "Giù le mani dai cinghiali del Bisagno".

Il mondo animalista più radicale si schiera contro la possibile uccisione dei cinghiali che gravitano in Valbisagno e nei boschi della zona rossa della peste ligure, in tutto circa 10 mila esemplari.

A fare arrabbiare genovesi e liguri con l'animo animalista però è soprattutto la possibilità di uccidere i cento cinghiali che vivono stabilmente nel greto del Bisagno: "Non toccateli" avvertono minacciosi sui social rivolgendosi ai vari uffici di Asl e regione liguria.

Gli addetti ai lavori che stanno gestendo la patata bollente della peste ligure sono preoccupati: per la sollevazione dei cittadini a difesa di cinghiali e maiali, ma anche perché sterminare i cinghiali liberi come ventilato dai vertici della Sanità Ligure non sarà un compito facile e fra l'altro, si lascia scappare qualcuno, non appare neppure la soluzione migliore per fermare il virus.
 
"Andare a cacciare i cinghiali nel Bisagno o nei boschi significa contraddire la filosofia del lockdown dei boschi - riferisce un addetto ai lavori - perché si rischia di fare spostare i cinghiali in altri territori e così di diffondere anche i contagio, che invece per ora risulta concentrato solo su alcune aree del basso Piemonte e della Liguria, fra la bassa Valle Scrivia e Valle Stura".

Sino a oggi in provincia di Genova sono stati trovati 14 cinghiali affetti da peste suina, lo stesso numero di contagi è stato riscontrato anche in basso Piemonte.
La manifestazione animalista del quattro febbraio si terrà fra le 14 e le 18 ed è organizzata dall'Associazione animalista Porcikomodi.