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È questo l'argomento delle lezioni realizzate dal Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica a bordo del truck parcheggiato in piazza De Ferrari a Genova, firmato "una vita da social"
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di Aurora Bottino

GENOVA - Sono sempre di più e sempre più grandi le minacce e le insidie del web, soprattutto per i ragazzi più giovani che ormai lo vivono come qualcosa di normale, senza riuscire a comprenderne i rischi e i pericoli. Spesso lo pensano un mondo virtuale quando in realtà il web è, in fin dei conti, realtà.

È questo l'argomento delle lezioni realizzate dal Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica a bordo del truck parcheggiato in piazza De Ferrari a Genova, firmato "una vita da social". Genitori, studenti e insegnanti delle scuole primarie e secondarie: sono loro i protagonisti della campagna itinerante di educazione alla legalità della Polizia di Stato.

Ai ragazzi viene spiegata anche l'era dell'intelligenza artificiale, che come tutti gli strumenti e tutte le tecnologie è un'opportunità ma può anche essere utilizzate in maniera criminosa per avere dei vantaggi, acquisire ad esempio fiducia da parte di utenti per poi ingannarli.

Secondo il direttore tecnico capo della Polizia di Stato Roberto Surlinelli il rischio c'è, soprattutto per i giovani. Per quanto non esista un'età precisa in cui bambini e ragazzi sono al sicuro iscrivendosi sulle piattaforme, sarebbe sempre il caso di seguire la crescita dei singoli giovani: se a 10 anni lo si accompagna ancora a giocare al parco, perché si dovrebbe poter lasciare da solo sui social network?

"È clamoroso un esempio delle ultime settimane in cui dipendente di una banca cinese ha ricevuto un video da parte del suo superiore che gli chiedeva di eseguire determinate operazioni bancarie - spiega Surlinelli -. Fidandosi questo dipendente era fatto molto bene, ha eseguito quelle operazioni quindi distogliendo un ingente quantità di denaro proprio ingannato dall'intelligenza artificiale".

"Bisogna sempre essere cauti su internet, chiunque può dire di essere chiunque, soprattutto con l'intelligenza artificiale, con cui viene amplificato questo aspetto - conclude il direttore tecnico capo della Polizia di Stato -. Bisogna assolutamente essere cauti, non fidarsi mai e nel caso di dubbi sempre verificare utilizzando un altro canale. Quindi se ho ricevuto via WhatsApp un video devo verificare tramite un altro canale, fare una telefonata e mandare un messaggio di posta elettronica per controllare che effettivamente mi sia stato inviato quel video dalla persona che dice di essere l'autrice".