SANREMO - Colgo la provocazione di Maurizio Rossi (LEGGI QUI) per dire quanto penso sul futuro del festival e della città di Sanremo. È palese che si debba non solo riflettere, ma trovare anche soluzioni e accorgimenti, traendo spunto dalle critiche, almeno da quelle costruttive.
La manifestazione regina della musica italiana deve rimanere a Sanremo, non solo perché il marchio è di proprietà del comune (e quindi dei sanremesi), ma anche perché non è replicabile da altre parti. È immediato il paragone con il Gran Prix di F1 a Monaco. Il circuito è inadeguato per le moderne monoposto? Il Principato è bloccato nella settimana dell’evento? È difficilmente raggiungibile? Forse no forse si, ma quello che è certo è che il fascino, la tradizione, la storia prevalgono sulle difficoltà e problemi. Così il Festival di Sanremo, con la sua follia contagiosa, il suo glamour popolare, la curiosità che ogni anno cresce, prevalgono sulle difficoltà logistiche evidenti della città.
Mai come quest’anno il Festival è diventato Festival anche fuori dal Teatro Ariston. Sì è esteso a tutto il centro cittadino, regalando allegria e spettacolo a tutti. Uno dei problemi principali (anche durante il festiva), rimane la difficoltà di raggiungere Sanremo, con l’autostrada ormai rallentata (per essere ottimisti) dai cantieri da anni, e la ferrovia ancora a binario unico a levante della provincia di Imperia. Ma nonostante ciò. Il tessuto turistico e commerciale di Sanremo ha reagito bene, garantendo qualità e con esercizi pubblici aperti da mattina a notte inoltrata, pronti ad offrire enogastronomia e occasioni di divertimento a cittadini, turisti e agli stessi artisti.
Sicuramente permane il problema dei parcheggi, con nessuna azione risolutiva negli ultimi 10 anni e su questo la prossima amministrazione dovrà oltre che interrogarsi, agire. Poi viene la domanda delle domande. Dove svolgere i Festival futuri? Ancora all’Ariston luogo simbolo e storico? In una nuova struttura? A queste domande dovranno rispondere i sanremesi tenendo conto delle esigenze del festival, ma anche dei conti pubblici e soprattutto ben pensando che allontanare troppo il festival dal centro della città equivarrebbe a snaturarlo e privare la città stessa della massa di turisti che circolano da sempre in città.
In ultimo, se è vero che le ultime amministrazioni nulla hanno investito (in strutture collegate allo svolgimento del festival) in città dei proventi della convenzione comune Rai, ricordo che l’amministrazione Bottini di cui mi onoro di aver fatto parte, utilizzando i proventi della convenzione ristrutturò completamente il Palafiori (destinandolo a struttura turistica, seppur poi modificata successivamente) e che proprio lì ancor oggi si svolgono parte delle manifestazioni collaterali al festival e trova sede una delle sala stampa del Festival. Volere è potere ma per farlo è necessario avere idee e visione della città affinché la stessa rimanga sempre all’altezza delle grandi manifestazioni che ospita.