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Attualità

Gli indagati hanno ora venti giorni di tempo per esercitare le loro difese, presentando memorie, producendo documenti e richiedendo atti di indagine al pubblico ministero
1 minuto e 34 secondi di lettura
di Au. B.

GENOVA - Le indagini preliminari sul tragico decesso di Camilla Canepa, avvenuto qualche giorno dopo la somministrazione del vaccino anti-covid, sono state ufficialmente concluse. Cinque persone, tutte impiegate presso il pronto soccorso dell'ospedale di Lavagna al momento dei fatti, sono state indagate. 

Quattro dei professionisti indagati sono accusati di omicidio colposo.

Con una nota il Procuratore Nicola Piacente fa sapere che, fatta salva la presunzione di innocenza e la possibilità per gli indagati di poter essere sentiti o presentare memorie difensive, a quattro di loro è contestato il reato di omicidio colposo, in particolare per non aver sottoposto la ragazza, la sera del 3 giugno 2021, a tutti gli accertamenti previsti dal protocollo della Regione Liguria per il trattamento della sindrome Vitt, forma di trombosi che aveva colpito la ragazza dopo la somministrazione del vaccino.

Quegli esami, secondo l'accusa, avrebbero permesso di evidenziare la patologia e attivare le cure che, con tutta probabilità, avrebbero salvato Camilla. A tutti e 5 gli indagati è contestato poi il reato di falso ideologico per non aver attestato nella documentazione sanitaria che la giovane era stata sottoposta a vaccinazione anti Covid19.

Inoltre, tutti gli indagati sono accusati di falso ideologico per non aver documentato correttamente che la ragazza era stata vaccinata contro il covid19.

Gli indagati hanno ora venti giorni di tempo per esercitare le loro difese, presentando memorie, producendo documenti e richiedendo atti di indagine al pubblico ministero. Possono anche scegliere di rilasciare dichiarazioni o essere interrogati. È importante sottolineare che l'avviso di conclusione delle indagini preliminari non equivale a un'accusa formale, ma è semplicemente una fase del procedimento penale che può portare all'esercizio dell'azione penale o alla richiesta di archiviazione.

Dopo la scadenza del termine, l'ufficio competente prenderà le decisioni consequenziali previste dalla legge.

Il caso di Camilla Canepa ha suscitato grande attenzione e dibattito pubblico, in quanto solleva importanti questioni riguardanti la sicurezza dei vaccini e le procedure mediche in situazioni di emergenza.