GENOVA - Da una start up creata in un garage a Genova, quando ancora questa parola per molti non aveva significato, al successo arrivato in Silicon Valley che lo ha portato a lavorare con personalità del calibro di Adam Bosworth, il braccio destro di Bill Gates, ma non solo. E' la storia di Vittorio Viarengo ambasciatore di Genova nel mondo che negli stati Uniti ha portato anche la passione per la focaccia creando 'Viva la focaccia' il sito di riferimento per fare la focaccia genovese in casa con 500.000 fans su Facebook.
"Sono partito da Genova nel 1994, ho fatto una start up con altri tre genovesi, una piccola ditta di software in uno scantinato di corso Dogali e poi nel 1998 l'abbiamo venduta alla ditta americana di Boston che ci ha comprato e ci ha trasferito in America. Poi ho incontrato il braccio destro di Bill Gates che più tardi mi ha cambiato la vita perché lui ha fatto la sua start up e mi ha reclutato e mi ha fatto spostare qui in Silicon Valley, dove poi ho lavorato in grande ditte tipo ora come Oracle, VMware, Mcafee. Poi ho avuto la fortuna di fare altre tre exit che qui è un modo di dire figo quando una ditta viene acquistata in maniera positiva da un'altra ditta".
Viarengo è pieno di entusiasmo e te ne accorgi dalle prime parole con cui si descrive a Primocanale in collegamento da San Josè. La sua visione del mondo è travolgente anche, o forse soprattutto, per la semplicità che ha nel raccontarla.
"La Silicon Valley è un ecosistema incredibile - racconta - c'è una combinazione unica di capitali, tantissimi, tantissimi soldi, giovani che hanno voglia di lavorare e delle grandi idee e una propensione al rischio illimitata. Qui le banche, che si chiamano venture capital, che investono, vanno a cercare questi giovani per dargli soldi per creare il futuro, sanno che una start up su dieci ce la farà, e questo fa parte del gioco. Proprio questa propensione al rischio permea tutta la fibra della Silicon Valley e in relazione a questo c'è un'apertura ai giovani incredibile perché c'è la consapevolezza che sono i giovani che creano innovazione, che sanno dove va il mondo e per cui siamo in una corsa e una competizione sfrenata nel cercare i giovani dare i soldi, dargli spazio e lasciare creare il futuro".
La Silicon Valley valorizza i suoi giovani che è l’investimento migliore per lo sviluppo. "È tutto capovolto, nel senso che qua, quando sei un un leader in un'azienda o un manager ti valutano in base alla tua capacità di assumere gente che prende il tuo posto, chiaramente con uno sfondo di crescita - spiega - siccome tutto cresce qua, c'è sempre bisogno di rinnovo e allora, se si ha bisogno di rinnovo, i manager vengono valutati in base alla capacità di attirare gente brava se sono bravi, più bravi di loro dagli spazio e rendersi obsoleti per poter andare a fare altre cose, risolvere altri problemi.
Da oltre 30 anni in Silicon Valley Viarengo l'ha vista cambiare molto. "La tecnologia è cambiata tantissimo, dal web fino al cloud e adesso l'intelligenza artificiale. Il mondo non è pronto a capire l'impatto che avrà l'intelligenza artificiale sulle nostre vite positivo per la maggior parte e in qualche modo anche in negativo, ma prevalentemente positivo. La cosa che secondo me sta cambiando è che 25 anni fa, qua non si parlava altro di lavorare, c'era una ossessione per lavorare, lavorare, lavorare, lavorare che a un certo punto è deleteria. Ora c'è la ricerca di essere più bilanciati nella vita perchè si è capito che le persone che non lo sono e pensano solo al lavoro senza vita sociale, hobby e lavoro sono meno creative e meno produttive. La seconda cosa c'è stata una rivalutazione enorme dell'intelligenza emotiva, mentre prima si valutava solo l'intelligenza pura adesso c'è stata molta più rivalutazione sull'intelligenza emotiva, cioè del sapere, relazionarsi con le persone, saper valutare le persone, saper creare un ambiente dove le persone lavorano bene in armonia e queste sono le due cose che ho visto cambiare prevalentemente".
Viarengo è poi il creatore di 'Viva la focaccia' il sito di riferimento per fare la focaccia genovese a casa. "Una delle cose che viene chiesta più spesso a chi lascia Genova è ti manca la focaccia? Io però quando ho fame la focaccia me la faccio perchè sono cresciuto nel panificio di famiglia in via Macelli di Soziglia nel centro storico. Ho imparato a fare la focaccia da mio padre con mia sorella Marina e tutti mi chiedevano come si fa la focaccia genovese e io dicevo dovete vedere e allora un giorno mi è venuta l'idea di fare un video su Youtube e ora ha due milioni di visualizzazioni e poi l'ho messo sul blog e l'ho usato come palestra per i social media. Questo l'ho fatto dal 2008 in poi e la cosa che vedo diversa rispetto all'Italia è che qui anche se hai i capelli grigi ti valutano se sei capace di imparare".
"Io ora aiuto imprenditori giovani part time e lavoro con alcune ditte di intelligenza artificiale e quando vai lì non puoi pontificare in mezzo a 100 ragazzi di 20 anni, per esempio ora sto rifacendo 'Viva la focaccia' utilizzando l'intelligenza artificiale, quindi sia tradizione ma anche innovazione che uso come palestra per imparare cose nuove".
"Negli anni ho sviluppato una fanatica ricerca del reverse mentor: un maestro più giovane, che guidi e che tenga connessi con il futuro".
Che cosa le manca di più di Genova? "La spontaneità dei rapporti umani, qua tutto con distacco difficile creare dei rapporti umani più profondi e spontanei, devi programmare tutto non puoi andare a casa di qualcuno suonare al campanello per prendere un caffè e poi la famiglia. E poi manca il mare, qui c'è ma è un mare triste che è freddo e grosso, per cui mancano un po' queste cose, la focaccia no, perché me la faccio (sorride ndr)".