GENOVA - Lo scolmatore del Bisagno, il rigassificatore di Vado Ligure e la scuola politecnica Erzelli. Sono queste le tre maxi opere che rischiano lo stop ai lavori legato all'arresto del governatore Giovanni Toti, accusato di corruzione e voto di scambio.
Una paralisi di queste opere intrecciate ai fondi del Pnrr è la conseguenza più temuta. Dopo la sospensione dal suo ruolo, di cui ha preso le redini il vicepresidente di Regione Liguria Alessandro Piana, i problemi sono principalmente legati alle opere di cui Toti è commissario, come lo Scolmatore del Bisagno di cui il presidente è a capo in quanto commissario straordinario di Governo per la mitigazione del rischio idrogeologico, la scuola politecnica di Erzelli e il rigassificatore che dovrebbe arrivare a Vado Ligure.
Dalla Regione hanno spiegato che per le emergenze di Protezione civile le competenze passano in modo automatico al vicepresidente, Alessandro Piana, che subentrato temporaneamente a Toti, mentre per le opere, fra cui rientra lo scolmatore, la Regione ha comunicato al ministero la disponibilità del vicepresidente Piana e dell'assessore alla Difesa del suolo, Giacomo Giampedrone (LEGGI QUI).
Ancora non è chiaro invece su quello che succederà, invece, a Vado Liguria. Toti, infatti, ricopre da luglio 2023 la carica di commissario nell'iter che dovrebbe portare, a partire dal 2026, alla messa in funzione della nave rigassificatrice Golar Tundra davanti alle coste di Savona/Vado. Una notizia che ha scatenato la polemica in Liguria, dividendo politici e cittadini. Il ruolo di commissario, però, sarebbe stato assegnato non specificamente a Giovanni Toti ma al "presidente pro-tempore della Regione Liguria". Quindi, di fatto, a chiunque ricopra quella carica o rivesta quel ruolo, che in questo caso è diventato Alessandro Piana.