Genova - In occasione della Giornata Mondiale delle Tartarughe, celebrata ogni anno il 23 maggio, l'Acquario di Genova ha organizzato una serie di iniziative nell'ambito del progetto LIFE URCA PROEMYS, coordinato dal sistema Oasi WWF e che vede la partecipazione di molti partner italiani e sloveni.
Il progetto ha lo scopo di favorire la conservazione di Emys orbicularis, una piccola testuggine palustre europea comunemente chiamata Emys.
Questo progetto nasce per tutelare la specie in Italia e in Slovenia e prevede il ripristino dell'habitat in 30 siti Natura 2000, il ripopolamento in natura della specie attraverso 7 centri di riproduzione, la cattura delle testuggini esotiche e il loro affidamento a centri di accoglienza specializzati, un piano nazionale di coordinamento delle azioni di salvaguardia della specie e una campagna di comunicazione e sensibilizzazione rivolta al pubblico e agli stakeholders.
La piccola testuggine è la protagonista dell'evento dell'acquario di Genova. Vive nei laghi e stagni europei, ma attualmente è protetta perché in pericolo di estinzione a causa delle minacce ambientali e dell'introduzione di specie invasive da parte dell'uomo.
Durante l'evento, i visitatori possono dialogare con la biologa esperta Bruna Valettini per avere importanti approfondimenti sulla conservazione di Emys. E' inoltre possibile vedere direttamente le testuggini nello stabulario dell'acquario, dove vengono portate dal centro di riproduzione che si trova nel centro Emys di Albenga. Le testuggini restano lì fino al loro primo anno di vita, per essere poi rimesse nel loro ambiente naturale e ripopolare gli ambienti dove un tempo erano molto presenti.
Spesso vengono acquistate da piccole le "Trachemys scripta scripta", testuggini appartenenti alla famiglia degli emididi, sottospecie delle tartarughe palustre americane, e poi abbandonate in parchi e laghetti una volta cresciute.
Il progetto LIFE URCA PROEMYS ricorda che rilasciare una testuggine in natura è vietato dalla legge, poiché può contribuire a ridurre la sua presenza.
La soluzione migliore è recarsi al centro di accoglienza autorizzato più vicino, che se ne prenderà cura garantendo loro sicurezza.
IL COMMENTO
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