GENOVA - Sono 14.514 le imprese femminili attive in provincia di Genova, il 21% del totale. E sono 120 le imprenditrici genovesi che hanno compilato il questionario - voluto dalla Camera di Commercio e realizzato tramite il CLP, Centro Ligure Produttività - per comprendere meglio il contesto in cui operano, aiutarle ad affrontare le sfide, promuovere l'uguaglianza di genere e supportare le decisioni politiche. I risultati sono stati presentati oggi, alla Camera di Commercio, durante la tappa genovese del roadshow di Unioncamere Giro d’Italia delle donne che fanno impresa.
"I risultati dell'indagine effettuata su 120 imprenditrici – dichiara il Segretario Generale della Camera di Commercio Maurizio Caviglia - sono in parte molto positivi e ci offrono una visione chiara delle dinamiche e delle sfide che queste imprenditrici devono affrontare quotidianamente: cresce infatti il numero delle donne che assumono ruoli di leadership, dimostrando una notevole capacità di innovazione e resilienza. Tuttavia, l'indagine ha anche evidenziato aspetti su cui è necessario lavorare per supportare ulteriormente l'imprenditoria femminile, come la necessità di potenziare l'accesso al credito e ai finanziamenti, di migliorare le opportunità di formazione e sviluppo professionale, e di promuovere una cultura d'impresa più inclusiva e paritaria".
Silvia Petrone per il Centro studi Tagliacarne e Giovanna Pizzi per l’ufficio studi della Camera di Commercio di Genova hanno presentato nel dettaglio i numeri dell’imprenditoria femminile in Italia e in provincia di Genova: qui le imprese condotte da donne rappresentano il 21% del totale delle imprese attive, percentuale che negli ultimi 10 anni è variata di poco, mentre quello che è cambiato, in meglio, è il loro contributo all’occupazione: gli addetti delle imprese femminili sono oggi 38.268, + 4,4% rispetto a 10 anni fa.
A seguire Manuela Caramanna, per il CLP Centro Ligure Produttività, ha presentato i risultati dell’indagine sull'imprenditoria femminile a Genova, che ha coinvolto 120 imprenditrici che hanno risposto a un questionario che indagava diversi aspetti della loro vita: la loro esperienza personale, il capitale sociale, il rapporto con il territorio, le sfide finanziarie, le problematiche di conciliazione e il gap di genere. È stato restituito un quadro molto diversificato di attività: oltre a quelle più “tradizionali” come la ristorazione, la sartoria o la vendita al dettaglio, troviamo attività particolari come allevamento bovini, scuola di kajak, studio per tatuaggi, agenzia di aste online, fino a brokeraggio di yacht, tutti mestieri che per stereotipo vengono visti come “maschili”.
Il 57,5% delle intervistate ha dichiarato di aver avuto problemi nell’ottenere finanziamenti, incontrando ostacoli che vanno che vanno dalla necessità di trovare un garante alla difficoltà nel trovare informazioni sui bandi e i finanziamenti pubblici, dal rifiuto delle banche alla difficoltà nel trovare finanziatori privati.
Il 75% delle intervistate ritiene che vi sia un gap di genere nell'accesso alle opportunità imprenditoriali e alla rappresentanza nei settori chiave dell'economia genovese, nonché una sottorappresentazione delle donne in settori chiave come il commercio marittimo o l'industria manifatturiera.
Tra le proposte e i suggerimenti delle intervistate per superare questo gap troviamo: per il 30% politiche di sostegno finanziario mirato alle imprenditrici, per il 27,5% incentivi fiscali per le imprese a conduzione femminile, per il 20% programmi di mentorship e formazione specifici per donne che fanno impresa, per il 15% campagne di sensibilizzazione per promuovere l’uguaglianza di genere nel mondo degli affari.