La Caritas la definisce 'democratizzazione della povertà': oltre il 60% della popolazione italiana ha paura di non arrivare a fine mese e in questa situazione di enorme disagio si allarga anche a Genova la fetta di popolazione in stato di grave indigenza che è arrivata a toccare le 30.000 unità. Di fatto una città all'interno della città. E' la radiografia che emerge dai 34 punti di ascolto della Caritas cui nel 2023 si sono rivolte 4100 persone, di cui 1600 per la prima volta, il 40% del totale. E uno dei dati più preoccupanti è quello che riguarda i minori.
"A rivolgersi ai centri di ascolto sono sempre più donne e migranti - spiega Margherita Goretti dell'Osservatorio Povertà della Caritas - e queste persone si portano dietro il bisogno di aiuto di tutta una famiglia. Per un adulto in stato di povertà spesso corrispondono due o tre minori, e se la povertà in totale si conferma al 10%, per i minori il dato si attesta al 14, uno su cinque di loro è in stato di povertà assoluta".
L'altro dato rilevante riguarda anche le fasce sociali che, fino a quale anno fa, non erano considerate a rischio: "Quello che si nota è che, aldilà delle povertà che conoscevamo, c'è uno scivolamento del ceto medio verso situazioni di povertà - sottolinea Giuseppe Armas, direttore Caritas Genova - perché il potere di acquisto dei salari sta diminuendo, il costo delle utenze, soprattutto relative alla casa, è in aumento, e sono sempre più le persone che si presentano ai nostri centri di ascolto che pur avendo lavori in regola non sono più in grado di coprire le spese della propria famiglia".
Per quello che riguarda le persone senza dimora a Genova nel 2023 sono passate attraverso la Caritas 970 persone, in Liguria 3.123, una situazione stabile rispetto agli anni precedenti.