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Attualità

Inizia dalla dozzina di metri quadrati dell'immobile in Vico delle Vigne 10r il viaggio di Primocanale nei beni confiscati, luoghi di criminalità che sono diventati presidi di legalità, accoglienza e tutela dei più deboli
3 minuti e 21 secondi di lettura
di Riccardo Olivieri

GENOVA - In Vico delle Vigne 10 rosso, accanto a Palazzo Grillo, potete trovare una saracinesca dove gli Scout hanno disegnato la mappa dei Beni Confiscati nel sestiere della Maddalena. Se invece la saracinesca è alzata trovate un’Associazione di Promozione Sociale, Pas à pas, luogo di accoglienza e coesione sociale basato interamente sulla cittadinanza attiva (volontariato), realizzato principalmente tramite l’istruzione. Come suggerisce il nome, grazie ai volontari che la compongono accompagna 'passo dopo passo' gli studenti che vogliono apprendere le lingue, soprattutto l'italiano. Una scuola che nasce in un bene confiscato alla criminalità organizzata, che "da luogo di sfruttamento delle persone straniere è stato trasformato in uno dove vengono accolte e tutelate" ci racconta Michela Tirone, la presidente dell'Associazione.

È da questa dozzina di metri quadrati, un’aula e un bagno, che inizia il viaggio di Primocanale nei beni confiscati alla criminalità organizzata, che in Liguria sono oltre 460. "Quello di Vico delle Vigne 10r è stato uno dei primi beni confiscati ad essere stati assegnati tramite bando dal Comune di Genova a giugno 2018, siamo operativi qui dal 6 marzo 2019 ma Pas à pas è attiva nel centro storico da oltre 10 anni, li abbiamo festeggiati l'8 gennaio 2024" spiega Tirone.

Il Bene di Vico delle Vigne 10 rosso fa parte della confisca Canfarotta (condannati per sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione, erano proprietari di 115 appartamenti di cui 96 nel centro storico di Genova ndr), era utilizzato come deposito di sabbia e rifiuti di cantiere. Per trasformarlo in luogo di accoglienza, secondo Tirone "serve una visione, quando si ha una visione chiara anche un luogo di criminalità e sfruttamento come questo non è difficile da trasformare".

Gli studenti sono soprattutto migranti: qui possono studiare gratuitamente l'italiano e non vengono richiesti documenti per l'iscrizione, "perché il percorso per l'ottenimento della documentazione è lungo e complesso, nel frattempo possono già iniziare a seguire un corso di italiano. Basta che gli studenti siano motivati per iniziare un percorso di apprendimento".

Studenti che si iscrivono numerosi: per i corsi di italiano sono circa 200 all’anno (picco di 400 nel 2018), di cui un 80% in presenza in diverse aule - non solo Vico delle Vigne 10r ma anche nella sede dell’Associazione in Via delle Vigne 8r e nei locali che le realtà territoriali limitrofe mettono a disposizione, tra cui Vico Indoratori 59r, sede di A.N.L.A.I.D.S., anch'essa un bene confiscato - ed il restante 20% in modalità online a distanza, con circa 40 insegnanti volontari in classi che vanno dal livello di prima alfabetizzazione fino al livello B2 QCER (Quadro comune europeo di riferimento per la conoscenza delle lingue). Ci sono anche corsi di lingua straniera a prezzi popolari - grazie ai quali l’Associazione mantiene parte delle proprie spese - sulle principali lingue europee fino a russo e arabo, declinate nei livelli base, intermedio e conversazione. Alcuni dei corsi sono tenuti proprio dagli studenti dei corsi di italiano perché "favoriamo la reciprocità - dice Tirone -, chi riceve può anche essere in grado di dare". Tutti i corsi, italiano e lingue straniere, vengono svolti da ottobre fino all'inizio dell’estate, e comportano un impegno settimanale per volontari e studenti che può andare da un’ora e mezza (italiano e lingue straniere) alle quattro ore (prima alfabetizzazione di italiano).

Non solo scuola: a rimarcare una volta di più quello che Tirone definisce sorridendo "contrappasso" tra un luogo di sfruttamento e uno di tutela dei diritti, una volta al mese Pas à Pas fornisce anche uno sportello legale gratuito - curato sempre da volontari - di circa due ore, dove vengono seguiti soprattutto i casi che riguardano tutti i diritti dei migranti sul suolo italiano.

Il periodo più difficile è stato quello della pandemia, quando Pas à pas si è trovata costretta a sospendere le attività in presenza. "Il bene non è mai stato chiuso neanche col Covid, lo abbiamo utilizzato come magazzino di stoccaggio per la spesa nelle raccolte solidali in collaborazione con il Circolo Operai - racconta Tirone -. Se ad un’associazione viene assegnato un bene confiscato questo bene deve essere socialmente utile sempre. Non è un premio, deve essere una responsabilità".

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