LIGURIA - In Liguria quasi la metà delle abitazioni occupate è costruita prima degli anni '60. È questo il dato emerso dalle analisi Istat in riferimento alle abitazioni occupate. A livello regionale infatti le quote più elevate di abitazioni occupate costruite prima del 1961 appartengono alla Liguria e rappresentano il 49,5% delle 746.686 abitazioni occupate. Di fatto si parla di 370 mila abitazioni costruite prima degli anni Sessanta.
Al secondo posto della classifica si trova la Toscana con il 40,5% di 1.627.013 occupate; sul terzo gradino del podio c'è il Piemonte con il 39,6% di case costruite prima degli anni '60 dei quasi 2 milioni di abitazioni occupate. Le quote più basse si rilevano in Veneto, in Abruzzo e in Sardegna, con valori pari o inferiori al 25%.
Considerando le abitazioni occupate edificate tra il 1961 e il 2000 la Liguria si colloca in ultima posizione tra le regioni italiane con il 43,6% di abitazioni occupate costruite in quel periodo. In questo caso i valori più elevati si segnalano in Sardegna (66,2% di 722.186 abitazioni occupate) e, a seguire, in Sicilia, Puglia, Abruzzo, Campania e Calabria, con quote sempre superiori al 60% rispetto al totale delle abitazioni occupate di ciascuna regione con Piemonte al 49,6% e Toscana al 49,6% che seguono la Liguria per percentuale di abitazioni costruite tra il 1961 e il 2000.
Liguria ultima anche per quanto riguarda la percentuale di abitazioni costruite negli ultimi 24 anni con una quota percentuale di case abitate sotto l'8% come Molise, Basilicata e Sicilia. Invece al contrario Trentino-Alto-Adige e Veneto sono le regioni con le percentuali più elevate con abitazioni nuove occupate (17,3% e 16,3%) a seguire l’Emilia Romagna e la Lombardia, entrambe 14,4% (la Lombardia è anche la regione col maggior numero di abitazioni occupate in assoluto, oltre 4,4milioni di unità).
E così anche i parametri energetici sono indietro. L'83% delle case liguri rientra nella classe G, quella a più alto consumo. Nei prossimi anni i proprietari dovranno mettersi in regola rispetto alla direttiva Case Green approvata dall'Unione europea. Questa prevede che tutti gli Stati membri riducano il consumo di energia degli edifici residenziali del 16% entro il 2030 e del 22% entro il 2035. Serviranno lavoro e investimenti per potersi adeguare.