GENOVA - "Di fronte alle più che giustificate lamentele di chi vive nel Centro Storico di Genova, dove continua a dilagare il fenomeno dello spaccio di stupefacenti, non posso esimermi da ricordare che queste sono le inevitabili conseguenze della volontà di una città che ha puntato su un’immagine securitaria del modello di sicurezza". Così il Sindacato italiano appartenenti polizia dopo le polemiche scatenate dall'ultimo caso di violenza avvenuto in Sottoripa, dove un uomo è stato accoltellato in pieno pomeriggio.
"Invece di investire su un utilizzo oculato delle esigue risorse a disposizione della Polizia di Stato e Carabinieri per l’ineludibile attività investigativa che rappresenta l’unico strumento efficace adicare la criminalità organizzata che è fiorita grazie allo spaccio approfittando della desertificazione sociale del territorio, in questi anni sul tavolo del Comitato prefettizio dell’ordine e la sicurezza pubblica ha avuto un inevitabile peso politico il modello voluto dal Comune di Genova" continua il comunicato del Siap.
"L’inusuale ed irrituale suddivisione del Centro Storico in tre settori Polizia di Stato, Carabinieri e Polizia Locale ottenuta dal Sindaco Bucci ai tempi dell’Assessore Garassino ha determinato un inevitabile sbilanciamento delle poche risorse umane statali verso una politica securitarie della sicurezza con conseguenze organizzative dannose che hanno colpito i Commissariati della città che ormai sono in grave difficoltà come le “volanti” che sono in difficoltà per riuscire a garantire il controllo del territorio".
"Se non si metterà mano a questo modello securitario a breve avremo a che fare con altre situazioni che diventeranno difficilmente gestibili come quella della mancata pianificazione sociale ed urbana dell’area abitativa che di Sestri Ponente intorno a Fincantieri dove hanno trovato casa migliaia di lavoratori extracomunitari che con le loro famiglie non sono state oggetto di un progetto aziendale e men che meno urbanistico sociale" continua.
"Situazione che di giorno in giorno sta diventando esplosiva, non solo per il degrado urbano che sta esasperando chi vive in quella zona abitativa ma anche perché inevitabilmente facilità l’infiltrazione di fenomeni malavitosi a partire dal “mercato immobiliare in nero". Non vorremmo mai trovarci di nuovo al modello tipo “cancellate di Piazza Settembrini” di Sampierdarena - conclude il Siap - 40 mila euro di soldi pubblici buttati via per far credere che i problemi di sicurezza in una città si possono risolvere circondando i quartieri con le inferriate… roba da medioevo".