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Attualità

2 minuti e 6 secondi di lettura
di Franco Manzitti

Se ne è andata nella notte, in silenzio come capita ai giusti, Lyla Capocaccia Orsini, una gran donna genovese, all’età di 93 anni, lasciando sopratutto suo marito Bruno Orsini, uno dei più grandi statisti genovesi del dopoguerra, quattro figlie, 11 nipoti e sette bisnipoti.

Non si poteva non essere una gran donna, quando si era nate da un gigante come Agostino Capocaccia, preside “storico “ di Ingegneria negli anni Cinquanta e Sessanta, grande musicista e grande uomo, quando si era la moglie di Bruno, grande medico psichiatra, politico di grande vaglia, parlamentare, sottosegretario alla presidenza del Consigli con Fanfani, una delle teste più lucide della nostra politica nel dopoguerra, non solo in quella galassia che era la DC.

Ma Lyla, che ora lascia questa grande famiglia ed anche il fratello Fabio, personaggio ancora importante della nostra vita sociale, politica, intellettuale e sopratutto Bruno, era “da sola” una grande donna, senza bisogno di parentele e vicinanze, che pure erano la forza del suo spirito, della sua serenità, della sua determinazione costante, ultima non solo quella di stare vicino a Bruno nel suo lungo tramonto.

Laureata nel 1953 con il massimo dei voti in Scienze Naturali, era presto diventata direttrice di quella cattedrale che è tutt’ora il Museo di Storia naturale, da lei governato fino al 1996.

Ha avuto tanti altri incarichi nel settore della storia naturale, anche quelli di presidente degli Acquari italiani e perfino di presidente del parco Ente di Portofino.

Ha scritto molto per divulgare le sue conoscenze e i i suoi studi di Storia naturale. Da ultimo uno splendido gioiello “Due amiche una villa….” un splendido lavoro di memoria famigliare e genovese insieme al fratello Fabio al quale lavorarono per non perdere tempo durante il lock down. Così erano i Capocaccia-Orsini.

Lyla Capocaccia Orsini era una donna decisa, ma nello stesso tempo dolce, accogliente, capace di governare una grande famiglia che continuava a crescere e di stare vicino a un tornado come suo marito, Bruno Orsini nei suoi impegni crescenti nella professione e poi nella politica.

Si divideva tra tanti impegni con una forza serena che univa a una capacità critica e spesso anche allegramente ironica di osservazione dei fatti e delle persone che la circondavano. Che non erano certo sempre personaggi semplici.

Deve essere stata una madre forte e una nonna molto presente e ora con sette pronipoti chissà che bisnonna era, al di là dell’orgoglio di essere tanti e sempre così legati.

Un rosario sarà recitato oggi alle 17,45 nella chiesa di san Pio X e il funerale domani alle 8,15 nella stessa chiesa.