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Attualità

Giorgio Costa, responsabile del verde di Aster spiega perchè gli alberi davanti alla stazione dovevano essere abbattuti. I sostituti verranno posati tra autunno e inverno, poi servirà un anno di adattamento e in 5 anni saranno defi
3 minuti e 3 secondi di lettura
di Andrea Popolano

GENOVA - Un polverone di polemiche per la decisione di abbattere 15 pini di viale Thaon di Revel davanti alla stazione Brignole. Cittadini e ambientalisti hanno puntato contro la decisione del Comune di procedere in fretta e furia al taglio degli alberi, avevano chiesto più tempo per poter fare altre analisi. I lavori invece sono iniziati già nella notte tra lunedì e martedì seguendo le necessità di tutela dell'incolumità pubblica come ribadisce Tursi.

A spiegare nel dettaglio il perché della scelta è Giorgio Costa, agronomo e responsabile del verde di Aster che si occupa della gestione del verde cittadino. "Queste piante sono definitivamente compromesse, abbiamo notato da quella caduta a marzo come l'apparato radicale sia sottodimensionato e stressato, tutte quelle posizionate nel lato a monte sono sofferenti e più soggette a problemi radicali e di stabilità".

I test effettuati dai tecnici Aster hanno evidenziato come 3 dei 15 da abbattere abbiano registrato delle carie al tronco con delle cavità che le rendono instabili. "In caso di caduta il tronco si spaccherebbe - precisa Costa -. Gli altri 12 hanno problemi radicali che sono stati valutati attraverso un metodo a trazione, ovvero attraverso dei test che hanno simulato il vento, test che hanno mostrato come la pianta non abbia più la capacita di tenuta e questo la rendere instabile e quindi pericolosa".

Un pericolo in una zona altamente frequentata e di continuo passaggio come quella davanti alla stazione. Fossero stati, ad esempio in un parco, si sarebbe potuto provare a intervenire in altro modo, spiegano da Aster che però precisa che "sarebbero venuti giù da soli". Proprio il concetto di pericolosità e alta frequentazione ha fatto optare per l'abbattimento immediato. Per fare i test aggiuntivi che chiedevano i cittadini sarebbe stato necessario inserire la valutazione nella procedura prevista dal Comune. E visto che anche altri pini della zona di Brignole non sono in ottima forma quel metodo potrebbe essere utilizzato in futuro per valutare il loro stato di salute conferma Aster.

"Tutti gli alberi vecchi presentano problemi e i pini hanno diversi problemi e noi stiamo indagando la loro situazione città, ma sono le aree ad frequentazione quelle più a rischio" precisa Costa. I pini di Brignole sono stati posizionati nel Dopoguerra così come quelli di Circonvallazione a monte, corso Armellini e belvedere Montaldo. I nuovi controlli potranno fare uscire nuove situazioni di criticità. 

Intanto a settembre sarà presentato il piano per la posa dei sostituti di quelli di Brignole, 15 pini domestici che verranno posizionati leggermente più indietro rispetto alla posizione di quello da abbattere: almeno un paio di metri spiega l'agronomo di Aster. Verrà aggiunta anche nuova terra che favorisce la radicazione. Saranno posizionati i tubi di drenaggio che serviranno anche per portare ossigeno in profondità. Servirà un anno di adattamento, poi il passare del tempo farà crescere arbusto e fronde: si parla di almeno 5 per avere delle "piante belle" da un punto di vista agronomico.

Il risultato però dipende molto dal terreno. Quello attuale è stato molto compattato dal trascorrere del tempo e dal continuo passaggio di persone. "I pini hanno un loro ciclo. Possono avere una vita fino a 120 anni ma questo avviene solo in condizioni ottimali, in città a Genova hanno sessant'anni e molti stanno crollando". Tutto dipende dalle condizioni. Tra tardo autunno e l'inverno è il momento migliore per la posa. "In primavera infatti la nuova pianta avrà tutto il tempo di approfondire le radici, bisogna far evitare la stagione peggiore che per le piante è l'estate per il gran caldo" spiega il responsabile verde di Aster.

Intanto i lavori di abbattimento degli attuali andranno avanti per circa una settimana, così come le manifestazioni di protesta da parte di chi avrebbe voluto un finale diverso.

 

 

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