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Attualità

Era il 18 agosto quando, al loro arrivo all'aeroporto per imbarcare sul volo di ritorno con scalo a Lisbona, hanno scoperto che il loro viaggio era stato cancellato. E che non ci sarebbero stati altri aerei verso l'Italia su cui poter salire
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di Au. B.

GENOVA - "Chiediamo all'ambasciata italiana di assisterli e ci auguriamo che le due famiglie rientrino presto a casa". Così la senatrice di Italia Viva Raffaella Paita è intervenuta sull'odissea dei sei genovesi bloccati dal 15 agosto sull'isola portoghese di Madeira.

Era il 18 agosto quando, al loro arrivo all'aeroporto per imbarcare sul volo di ritorno con scalo a Lisbona, hanno scoperto che il loro viaggio era stato cancellato. E che non ci sarebbero stati altri aerei verso l'Italia su cui poter salire almeno per altre due settimane.

La compagnia aerea con cui le due famiglie liguri avevano deciso di volare ha infatti cancellato il volo per maltempo, lasciando "a piedi" loro e altri 30 italiani, perlopiù romani. In aeroporto però, lo scenario era già drammatico, con centinaia di persone accampate su brandine e poltrone dopo altre cancellazioni avvenute a catena nei giorni precedenti a causa di uno sciopero.

Come per gli altri italiani abbandonati da ancora un'altra compagnia aerea low cost, le due famiglie hanno rifiutato l'opzione da loro proposta di un volo per la capitale portoghese da cui si sarebbero dovuti poi "arrangiare", da lì più nessuna notizia.

Molte delle storie che arrivano da Funchal parlano di un completo abbandono da parte delle compagnie nei confronti dei passeggeri che hanno ottenuto il rimborso o di chi, come i genovesi, hanno deciso di non accettare ritorni alternativi molto lunghi e dispendiosi. E così il primo volo disponibile si è presentato solo il 28 agosto, ben 10 dopo.

Il senatore Ivan Scalfarotto, responsabile esteri di Italia Viva, aggiunge: "Un prolungamento non previsto della vacanza che rischia di durare oltre una settimana, e che comporta disagi e spese pesanti. La cosa peggiore, in queste situazioni, è sentirsi non aiutati dalla compagnia aerea e dalle autorità del proprio paese".