GENOVA - "Quando vedo un bambino che ferma la mamma indica la mia protesi e dice guarda è come un supereroe è bellissimo e il mio cuore si riempie". Così con il viso rilassato e sorridente Andrea Modica, atleta paralimpico, sintetizza a 'People - Cambia il tuo punto di vista" la sua nuova vita con una protesi alla gamba sinistra e un obiettivo i giochi invernali paralimpici di Cortina 2026.
Andrea fa il meccanico e ha 22 anni, il 5 settembre del 2021 ha avuto un incidente in moto sul Faiallo che ha comportato, 15 giorni dopo, l'amputazione della gamba sinistra sopra al ginocchio: "Andavo forte e in una curva ho perso il controllo sulla ghiaia, per l'incidente che ho avuto mi è andata molto bene".
La cosa più importante all'inizio era quella di essere ancora vivo, ci sono stati dei momenti difficili quando non pensava di poter più avere una vita normale ma sua mamma Emilia è stata fondamentale: "Non si è data per vinta e non ero neanche uscito dalla rianimazione che era riuscita a mettersi in contatto con la mamma di Bebe Vio che l'ha aiutata con tanti consigli, da quelli più pratici a quelli più umani, lei ci ha invitato a un evento dell'associazione 'art4sport' con diversi atleti paralimpici e da lì è scattato qualcosa nella mia testa ho capito che dovevo reagire, avevo avuto una seconda possibilità e non dovevo sprecarla".
Dal motociclismo allo sci alpino passando per l'atletica per Andrea lo sport e la velocità sono sempre stati una costante nella sua vita, sono stati fondamentali durante la riabilitazione lo sono ancora oggi: "Per me lo sport è una sfida prima di tutto con me stesso e la mia testardaggine mi ha aiutato, lo sport ti dà la possibilità di crearti una nuova vita".
La sua nuova vita passa quindi dall'incontro con la campionessa paralimpica Bebe Vio e il centro d'eccellenza per gli amputati di Budrio. "Nel 2022 sono entrato in 'art4sport', che nasce dalla storia di Bebe per aiutare bambini e ragazzi con amputazioni d’arto a riprendere in mano la propria vita attraverso lo sport, sono stato ai Giochi senza barriere e ho scoperto che ci può essere felicità anche nella disabilità".
Andrea prima inizia con l'atletica poi è costretto a cambiare ancora una volta il suo percorso e allora pensa allo sci: "Ho iniziato ad avere un problema al moncone per una serie di osteofiti che sono delle ossa che vanno a ricrescere e così purtroppo mi è stato impossibile continuare il percorso con l’atletica, questa cosa mi è dispiaciuta molto perché era una cosa nella quale credevo e credevamo tutti e mi ci trovavo anche quindi purtroppo si è vanificata la possibilità di poter provare a qualificarsi per Parigi e di conseguenza ho provato a inseguire un’altra passione un po’ più complicata ovviamente essendo di Genova ovvero lo sci".
"Sciavo anche prima ma ora lo faccio su una gamba sola e non su due perchè non serve la protesi; la mia specialità è la discesa per non perdere dimestichezza con la velocità (ride ndr) lo sport è una sfida, ti mette di fronte a delle sfide già di suo in condizioni normali e in più con una protesi, devi sempre superarti e mai stare fermo".
Si cade ma poi ci si rialza e non a caso Andrea dice si ispirarsi al motociclista Marc Marquez "perchè riusciva a trasformare le cadute, una cosa negativa, nel suo punto di forza. Dove gli altri pensavano magari che fosse finita con la sua caduta, lui riusciva a recuperare".
"Io mi sento la stessa persona di prima perché ormai queste protesi ti permettono di avere una vita 360° quindi per me è un valore aggiunto infatti io non l’ho mai nascosta anzi cerco di metterla in mostra e mi diverto a sbloccare nuove abilità".
Andrea oltre a Cortina 2026 ha un altro obiettivo che è quello di aiutare ragazzi che hanno avuto un incidente come il suo a riprendersi in mano la vita ed è uno dei dodici alfieri paralimpici del CIP Liguria che hanno come compito quello di trasmettere ai ragazzi delle scuole, nelle associazioni e presso le istituzioni i valori dello sport paralimpico.
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