Vai all'articolo sul sito completo

Attualità

1 minuto e 11 secondi di lettura
di r.p.

Era stato l'unico a finire in carcere lo scorso 7 maggio, quando è deflagrata l'inchiesta che ha terremotato la Regione Liguria, ed è l'unico a essere ancora agli arresti domiciliari. Paolo Emilio Signorini, l'ex presidente dell'Autorità portuale, ha chiesto nei giorni scorsi la revoca della misura. Il giudice Matteo Buffoni potrebbe decidere domani. Lo stesso giorno in cui stabilirà la data per l'udienza dei patteggiamenti dello stesso Signorini, dell'imprenditore Aldo Spinelli e dell'ex presidente della Regione Liguria Giovanni Toti. Signorini era rimasto nel carcere di Marassi fino al 16 luglio, per poco più di due mesi. Il giudice aveva poi concesso i domiciliari, accogliendo la richiesta degli avvocati Enrico e Mario Scopesi. Adesso, per i difensori, non ci sarebbe più nessuna esigenza per la permanenza della misura restrittiva. Signorini ha infatti accettato di patteggiare una pena a tre anni e cinque mesi, con la confisca di quasi 104 mila euro. Anche Spinelli e Toti hanno deciso di patteggiare: tre anni e due mesi il primo, due anni e un mese (convertiti in 1.500 ore di lavori di pubblica utilità) il secondo. Ma le condanne potrebbero aumentare di qualche mese visto che potrebbero essere contestati episodi corruttivi emersi nel corso delle indagini ma approfonditi dalla guardia di finanza, coordinata dai pubblici ministeri Federico Manotti e Luca Monteverde, solo dopo la richiesta di giudizio immediato. La data per i patteggiamenti, con ogni probabilità, sarà fissata subito dopo le elezioni regionali di fine ottobre in Liguria.