LUMARZO - "Scusi dove si trova Favale di Malvaro?" chiede un autista straniero, google map alla mano, al nostro cameraman che sta facendo le immagini della chiusura del tunnel di Bargagli, di fronte c'è una selva di segnali stradali e transenne e sullo sfondo, all'imboccatura della galleria, ci sono le fiamme ossidriche a tutto spiano: "Qui è chiuso, deve andare qualche km più su e girare a destra, dentro un altro piccolo tunnel, arriverà così in Valfontanabuona e poi a Favale di Malvaro". Il camionista scuote la testa sconsolato e riparte. Esempio di ciò che si trova di fronte, da stamani e fino al 2 aprile, chiunque da Genova salga verso Bargagli e debba andare verso il Tigullio, per consegne, per lavoro, in auto, moto o autobus. Sono iniziati i lavori che comportano la chiusura totale, giorno e notte, del traforo lungo circa 2 km. Al suo posto di km se ne devono fare 15, pieni di curve, sulla provinciale 77 di Boasi, paesino fino a oggi quasi sconosciuto ai più e oggi passato agli onori delle cronache come unica alternativa possibile: almeno la zona si è guadagnata un asfalto nuovo di zecca e qualche potatura di rami, che altrimenti finirebbero contro bus e mezzi pesanti, che fino a oggi non si sarebbero neppure sognati di passare da lì.
In realtà c'è un'altra stradina. quella di San'Alberto, che corre su per i monti, ma è ancora più stretta (e non riasfaltata): oggi, quando ci siamo passati, per provarla e per evitare di tornare a prendere la strada di Boasi da Bargagli, occhi fuori dalle orbite da parte dei pochi residenti dei paesini che si incontrano, come Maxena, o Borgonuovo, per vedere chi osasse infrangere la loro solita quiete. Il centro di Bargagli pare la Foce all'ora di punta, mezzi di tutti i generi che vanno e vengono. A conti fatti, contro i 2 km di tunnel, se ne devono fare 14 andata e 14 ritorno in più, 15-20 minuti di auto in più a volta, se non trovi davanti un bus che ce ne impiega 30 in più e poi quando arrivi a Prato devi scendere e prendere i bus cittadini con tutte le fermate comprese, anche se Amt sta studiando i metodi per ridurre al massimo l'impatto, con più corse, più frequenza e mezzi anche privati a noleggio. Preoccupazione anche per i soccorsi, più lunghi, in attesa di una piazzola per l'elisoccorso.
"Come Camera di Commercio abbiamo chiesto indennizzi perchè gli extracosti del trasporto ricadranno sulle aziende locali, un mio fornitore ad esempio mi ha già detto che prova un giorno ma se le cose si mettono male non consegna più, proprio ora che aspetto le nuove piantine" spiega Paolo Corsiglia, florovivaista della Valfontanabuona e membro della Camera di Commercio. "Qui rischia di passare sempre meno gente - incalza il sindaco di Lumarzo Daniele Nicchia - magari molti sceglieranno l'autostrada". Già, l'autostrada, altra trappola con i cantieri: stamani, in ora tarda, ad esempio, 4 km di coda in zona Recco... bella alternativa. E pensare che la Fontanabuona, con la statale 225, era lei l'alternativa alla A12. Insomma, trappola di code senza fine.
E poi c'è lui, Tommaso, che proprio come un santo se ne sta accanto allo stradone deserto a 4 corsie, dal suo distributore a osservare le pochissime auto che, sbagliando strada, finiscono quasi all'imboccatura del tunnel chiuso, lato Ferriere, dove una pietosa rotonda li aspetta per farli tornare indietro verso Boasi, tra mille imprecazioni. Tempo pochi giorni, quando tutti avranno imparato che il tunnel è chiuso, non passerà nemmeno un cane da lì, affari zero: "Sentirò la compagnia..." dice rassegnato. Qualcuno, in zona, spera che almeno Anas faccia fare il gasolio ai mezzi da lavoro lì, altrimenti è dura, sarà dura anche quando il 2 aprile riaprirà il tunnel, ma solo dalla valle a Genova dalle 6 alle 13, e in senso contrario dalle 13 alle 20. Chiuso la notte, e si andrà avanti così fino a luglio del 2023! Un disastro. I sindaci mettono già avanti le mani chiedendo che nei week end estivi questo senso unico per fasce orarie venga invertito seguendo il flusso di chi da Genova va al mare e torna la sera, ma se ne parlerà, di strada da fare, prima, ce n'è ancora e parecchia...