GENOVA - Era domenica 23 febbraio 2020 quando Regione Liguria emanò la prima ordinanza di chiusure delle scuole e la sospensione di tutte le manifestazioni pubbliche o aperte al pubblico di qualsiasi natura a causa dell'emergenza Covid. Fu una delle prime regioni italiani a prendere la decisione in via precauzionale seppur ancora all'epoca non c'erano casi di Covid accertati ma solo alcune persone arrivate dalla Lombardia in isolamento. L'emergenza era lì per iniziare. Una misura che sarebbe dovuta durare solo fino al 1 marzo. Poi arrivarono i primi casi ufficiali in Liguria e il lockdown nazionale.
Due anni dopo l'emergenza sembra essere ai titoli di coda. Il governo non prolungherà lo stato di emergenza che finirà ufficialmente il 31 marzo. Dal ministero della Salute arriva la conferma che si sta entrando in una fase di "allentamento graduale delle misure restrittive". A metà marzo il premier Draghi ha spiegato ci sarà una forte demarcazione tra attività all'aperto o al chiuso per l'uso del green pass. Ora si attende una road map delle misure di allentamento.
In Liguria si contano da inizio emergenza oltre 5mila vittime "con" o "per" Covid. I dati di oggi parlano di un calo costante degli attuali positivi così come degli ospedalizzati con la Liguria a un passo dalla zona bianca. Secondo le previsioni a fine marzo ci sarà un 95% di popolazione guarita o vaccinata. Ora arriva anche il nuovo vaccino Novavax che potrebbe convincere parte degli scettici.
"Io non mi aspettavo dopo due anni di avere così tante armi (contro il Covid ndr) - spiega Matteo Bassetti, direttore di Malattie Infettive della Liguria -. La scienza ha vinto. Ha depotenziato il virus. In autunno avremmo dei casi, come li avremo anche negli anni futuri, questo virus fa parte del pool dei potenziali agenti che possono dare polmoniti o influenza. Si sommerà agli altri. Ma il prossimo autunno non sarà come quello del 2020 o del 2021, e questo grazie a quello che ha fatto la scienza".