All'indomani della clamorosa spedizione punitiva dei giovani di Oregina contro i giovani non accompagnati il prefetto Franceschelli e il consigliere ai Servizi Sociali del Comune Baroni lo avevano promesso: i ragazzi stranieri ospitati nell'ex ostello saranno trasferiti e distribuiti in altre strutture.
Il trasferimento, avviato nei giorni scorsi, è stato completato nella serata di oggi, 24 febbraio: gli ultimi ragazzi sono stati prelevati con dei taxi e, con tanto di scorta della polizia locale, trasferiti in altre strutture.
Finisce così una brutta pagina di cronaca che ha fatto finire ingiustamente sulle pagine dei giornali e nelle televisioni di tutta Italia Oregina etichettata troppo sbrigativamente come razzista.
In realtà, come hanno rimarcato tanti abitanti, i giovani della zona hanno marciato contro gli ospiti dell'ostello non perché stranieri ma perché ritenuti autori di continui reati: rapine, aggressioni e furti. Gli eccessi ci son stati, ma di singole persone, come coloro che hanno lanciato pietre contro le finestre della struttura, non colpendole.
Il messaggio che è subito passato è stato quello che si trattasse di spedizione punitiva dettata dall'intolleranza verso gli stranieri. Non era così e meglio di tutti lo ha spiegato a Primocanale una giovane: "Se quei ragazzi fossero stati italiani ci saremmo arrabbiati ancora di più".
L'errore lo hanno fatto invece i servizi sociali che hanno concentrato troppi ragazzi con problemi nella stessa struttura, creando un piccolo ghetto sulla falsa riga dei quartieri di edilizia popolare. E poi devono fare mea culpa anche i responsabili della struttura, i gestori, che a dire degli abitanti di Oregina, non sono stati in grado di garantire un servizio di monitoraggio adeguato. Premesso che l'ex ostello non è un carcere, non può essere accettato che dentro la struttura ci fosse un via vai di persone che non avevano titolo a essere lì.