Dati positivi per l'occupazione in Liguria. Secondo gli ultimi numeri pubblicati dall'Istat relativi al terzo trimestre del 2024 gli occupati sono 642mila, 8mila in più rispetto allo stesso periodo del 2023 quando erano 634 mila. Un aumento che si riflette anche rispetto al secondo semestre di quest'anno quando gli occupati erano 627mila. I dati si riferiscono al periodo estivo compreso tra luglio e settembre.
Impennata dell'occupazione femminile
Un terzo trimestre dell'anno che fa segnare un vero e proprio boom per quanto riguarda l'occupazione femminile che passa da 276mila lavoratrice a 288mila, con ben 12mila posti di lavoro in più rispetto all'estate del 2023. Lieve calo invece per i lavoratori maschi passati da 358mila a 355mila: 3 mila posti di lavoro in meno.
Aumentano i lavoratori indipendenti, calano i dipendenti
I dati pubblicati dall'Istat fanno emergere un netto aumento dei lavoratori indipendenti passati dall'essere 155mila nel terzo trimestre 2023 a 171mila nel terzo trimestre del 2024. Cala presenza di lavoratori dipendenti che rappresentano comunque ancora la netta maggioranza in Liguria. Nel terzo trimestre del 2024 sono 471mila mentre nello stesso periodo del 2023 erano 479mila. Dato ancora più evidente se si pensa che nel periodo aprile-maggio-giugno del 2024 i lavoratori dipendenti erano quasi 20mila in più.
Industria, costruzioni e turismo i settori trainanti
Industria, costruzioni e turismo sono i settori che crescono maggiormente. Nell'industria gli occupati sono passati da 120mila a 129mila. Nelle costruzioni gli occupati cresciuti di 9mila unità passando da 38mila a 47mila. All’interno dei servizi commercio, alberghi, turismo sono passati da 149mila a 160mila, qui i dipendenti sono passati da 96mila a 106mila mentre gli indipendenti cresciuti da 52mila a 54mila.
Calano i lavoratori nei servizi e nell'assistenza sanitaria e assistenza sociale
Gli altri dati Istat mostrano una diminuzione dell'occupazione nei servizi passati da 508mila a 505mila. Calano anche gli occupati negli altri servizi che sono passati da 359mila a 345mila e che comprende vari settori come servizi di assistenza sanitaria e residenziale.
Maestripieri (Cisl Liguria): "Ancora troppi campanelli d'allarme"
"I dati che emergono dal report Istat – fa notare Luca Maestripieri, segretario della Cisl Liguria – si prestano a facili entusiasmi, ma necessitano come sempre di un’analisi attenta. Se, infatti, non possiamo che accogliere positivamente il dato sulla crescita globale degli occupati è chiaro il trend che vede il lavoro cosiddetto indipendente (171mila unità rispetto alle 155mila dello scorso anno) prevalere, a livello di crescita, su quello tradizionale (471mila unità contro 479mila). Il tema del lavoro – aggiunge Maestripieri – resta un argomento sul quale non occorre smettere di concentrare l’attenzione del territorio. Precariato, ricorso spesso illegale alle partite Iva, bassi salari, sfruttamento delle fasce più deboli e poca attenzione alla sicurezza e all’aggiornamento professionale sono i cinque campanelli d’allarme che impongono iniziative perentorie e strutturali a difesa della dignità del mondo del lavoro per lo sviluppo e il progresso della Liguria" conclude Maestripieri.
Calà (Cgil Liguria): "Calo lavoratori dipendenti è preoccupante"
Per Maurizio Calà, segretario generale Cgil Liguria "la Liguria ha perso quasi 9 mila lavoratori dipendenti: è un dato altamente preoccupante che va analizzato con serietà anche perché a questo dato corrisponde l'aumento della precarietà e della povertà. È una condizione che impone di abbandonare i toni trionfalistici e la narrazione corrente che tutto va bene. Vanno affrontati i nodi legati all'occupazione rendendola di qualità, vanno risolte le vertenze e bisogna investire in formazione" conclude Calà.