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Attualità

All'evento organizzato dalla Fondazione Carlo e Giuseppe Piaggio e Maria Piaggio Casarsa ha partecipato anche il presidente della Regione Marco Bucci
1 minuto e 46 secondi di lettura
di Dario Vassallo
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Non solo Vespa. La storia dei Piaggio, genovesi, una delle più importanti famiglie imprenditoriali italiane, si intreccia infatti più in generale con quella della mobilità di un Paese che si risollevava da una guerra devastante e continua tutt'ora su fronti ad alta tecnologia e competitività come quello aeronautico. Una vicenda iniziata con Rinaldo Piaggio che nel 1882 crea a Sestri Ponente un’azienda che ha negli arredamenti navali la sua attività principale. Innovazione, visione e coraggio accompagnati sempre da una profonda attenzione al benessere collettivo sono le cifre della presenza in Liguria e in Italia di questa famiglia di cui si è celebrato il 70° anniversario della Fondazione Carlo e Giuseppe Piaggio e Maria Piaggio Casarsa nata da quell'esperienza con un evento ospitato nella Sala delle Grida del Palazzo della Borsa intitolato 'Orizzonti aperti' cui ha partecipato anche il presidente della Regione Marco Bucci.

“Quando si parla dei Piaggio – spiega Roberto Franza, consigliere della Fondazione - si pensa al motociclo. Non è così. Diciamo che dalla fine dell'Ottocento al 1946, quando nacque la Vespa, Erasmo e Rinaldo, senatori del Regno, crearono un impero economico fatto di cantieri e di industria della carta che solo per la parte di Erasmo raccoglieva 25.000 dipendenti. La grandezza della famiglia sta soprattutto in ciò che lascia, ovvero degli orizzonti, come dice il titolo di questo evento: orizzonti aperti a chi ha bisogno di assistenza sanitaria e alle fasce più deboli della popolazione. Questo oggi è uno degli aspetti più palpitanti e vitali”.

Moderato da Franco Manzitti, l'evento ha rappresentato un viaggio tra i grandi progetti industriali e lo sviluppo della cantieristica navale e ferroviaria che ha contribuito alla modernizzazione infrastrutturale del nostro Paese: “Apprezzo molto le famiglie che da mecenati e con spirito filantropico si danno da fare creando Fondazioni e ottenendo risultati non solo economici – afferma Bucci -. Dalla finestra del mio ufficio di piazza De Ferrari vedo la fontana che i fratelli Carlo e Rocco donarono alla città nel 1936 in memoria del fratello Giuseppe e del padre Erasmo. Penso che la capacità delle famiglie di costruire un insieme che vada oltre i singoli individui dia forza alla famiglia stessa e alle radici del territorio”.