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Attualità

1 minuto e 42 secondi di lettura
di Maurizio Rossi

Era il 2015 quando come senatore membro della Commissione trasporti inviai un “appello” al Ministro Delrio firmato da tutte le categorie e come primo firmatario Victor Uckmar (leggi qui) che pubblicai anche con una pagina (da me pagata) sul Secolo XIX. Tra i firmatari anche il Professor Arato allora Presidente di Aeroporto e Paolo Odone che lo divenne qualche anno dopo. Dieci anni fa scrivevo “La Liguria alla deriva” e il disegno chiariva proprio come la nostra regione si fosse staccata dal continente con tutte le problematiche di collegamenti.

Oggi vedo con piacere che Vittoria Canessa del Pd in Comune e Federico Romeo in Regione hanno depositato degli “ordini del giorno” riaprendo il tema sul quale ho lottato per diversi anni ahimè senza alcun successo, ma la strada la conosco bene. Sia chiaro che la “mancanza di continuità’ territoriale” non riguarda solo le isole ma per normativa comunitaria “tutte i territori europei che hanno difficoltà di collegamenti rispetto ad altri”.

Il riconoscimento ha il vantaggio che gli enti pubblici, ad esempio la Regione, possono finanziare collegamenti anche tramite aerei, facendo un bando a cui le compagnie aeree possono partecipare per fornire il servizio a costi concordati per i residenti molto più’ bassi. Questo perché ottengono un finanziamento pubblico che e’ un “aiuto di Stato” che non e’ autorizzato per le normative europee salvo proprio che non sia riconosciuta la “mancanza di continuità’ territoriale”.

In tal modo, anziché il costo aereo ad esempio di un Genova Roma arrivare a 500 euro il costo potrebbe essere concordato a 50/80 euro (sono cifre ipotetiche ma realistiche). La mancanza di continuità territoriale poi potrebbe avere molti altri vantaggi in altri settori ma oggi prendiamo intanto positivamente questa iniziativa che mi auguro possa avere un proseguo anche con i parlamentari liguri che in modo unitario portino avanti questo indubbio diritto per la nostra regione che soffre sempre più’ il dramma delle infrastrutture.

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