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Attualità

Uno spaccato che mostra la tragedia della guerra: "Hanno dovuto lasciare i loro cari, i loro mariti ma anche genitori, cugini e zii. La guerra uccide e separa le famiglie"
1 minuto e 44 secondi di lettura
di T.O.-Au. B.
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GENOVA-"Appena ho saputo del pericolo che stavano vivendo sono partita. Non ci ho pensato neanche un secondo, ho preso la macchina e sono andata a prenderli." Spiega così la decisione presa in una frazione di secondo Viktoria Tostanovska, che solo due giorni fa ha affrontato un viaggio di 13 ore in auto per raggiungere la Slovacchia e salvare sua nuora e altre due donne con i loro bambini dalla guerra che da sette giorni si sta abbattendo sull'Ucraina.

Viktoria, ucraina a Genova ormai da tempo, ha raccontato la sua storia ai microfoni di Primocanale durante la puntata dedicata al conflitto e all'abbraccio dei liguri di Tiziana&Cirone, confrontarsi per capire. Ancora con i figli in patria Viktoria ha risposto all'appello di aiuto della moglie di uno dei due, che, insieme ad altre due donne, era riuscita a scappare ed arrivare in Slovacchia. 

È stanca Viktoria, il viaggio è stato lungo e non è abituata, ma queste donne erano sole insieme ai loro figli in una situazione pericolosa, per questo è partita e non se ne pente: "Ho portato via mia nuora e altre due mamme con dei bambini, i mariti le hanno accompagnate fino alla frontiera per farle scappare".

"Hanno attraversato a piedi, da sole, perchè gli uomini non possono passare il confine, gli viene detto di tornare indietro. Un viaggio lungo anche per loro che partivano da Leopoli. In Slovacchia, ho raggiunto la scuola vicino al confine dove era pieno di donne e bambini. Li ho incontrato mia nuora".

Uno spaccato che mostra la tragedia della guerra: "Hanno dovuto lasciare i loro cari, i loro mariti ma anche genitori, cugini e zii. La guerra separa le famiglie e anche per i bambini è stato drammatico, anche se molti sono piccoli e non capisco ancora tutta la situazione. Noi non diciamo niente, non gliela diciamo la verità. Ho portato indietro un bambino di 6 anni che continua a chiedere dove è il suo papà, gli abbiamo detto che è a lavorare ma prima o poi bisognerà dire la verità".

 "Ho pianto tutto il viaggio di ritorno perchè è una situazione surreale - conclude Viktoria -, inimmaginabile."

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