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Attualità

Non solo la famiglia di Sasha, a Serra Riccò, tra oggi e domani, arriveranno anche altri quattro parenti di una donna ucraina che lavora nel territorio
3 minuti e 1 secondo di lettura
di Aurora Bottino

GENOVA-Sono partiti nella notte per rispondere alla richiesta di aiuto di Sasha, ragazzo ucraino che grazie ad una associazione ha passato tante estati a Serra Riccò, diventando parte integrante della comunità. Emiliano, Ivan, Giorgio e Lorenzo, dipendenti della Iplom, si sono messi alla guida di due furgoncini prestati da servizi sociali del comune per arrivare al confine tra l'Ucraina e l'Ungheria e portare in salvo 11 persone, la famiglia del loro concittadino acquisito, Sasha.

"Sono arrivati a Budapest pochi minuti fa - spiega il sindaco di Serra Riccò -. È stata un'iniziativa privata che noi abbiamo voluto appoggiare e supportare. Questo ragazzo ha passato tanti estati e qui e in tanti gli vogliono bene. Adesso è dovuto rimanere indietro a combattere ma almeno la sua famiglia sarà al sicuro qui, a Serra Riccò."

Entrato in contatto con una famiglia della Valsecca tramite l'associazione il Piccolo Principe, dall'età di 8 anni Sasha ha passato diverse estati nell'entroterra genovese ma adesso, a pochi mesi dal suo 26esimo compleanno e a sei giorni dallo scoppio della guerra, ha deciso di rimanere indietro e combattere, spiegano sulla loro pagina Facebook i ragazzi della Valsecca in un post social i ragazzi della Valsecca Group. Ma il suo grido d'aiuto è stato ascoltato dalla comunità in cui ha passato tanto tempo: nella notte di ieri quattro cittadini hanno organizzato un viaggio per portare lontano dalla guerra la sua famiglia. A bordo di due furgoncini, uno prestato da amici e un altro dai servizi sociali, hanno guidato per dodici ore prima di arrivare a Budapest, non lontano da dove dovrebbero incontrare gli undici profughi, sette donne e quattro bambini tra i 2 e gli 8 anni.

"Per il loro arrivo abbiamo messo a disposizione un immobile confiscato dato al nostro comune da poco dall'Agenzia Nazionale dei beni confiscati, nella frazione di Castagna. Era occupato da zingari, quindi adesso ci sono tanti residenti che si stanno dando da fare per renderlo pulito e accogliente, anche perchè arriveranno anche dei bambini molto piccoli. Non solo per pulire o dare il bianco, anche un mobilificio della zona ha messo a disposizione materassi e coperte per rendere più abitabile il casolare, che è abbastanza grande da accoglierli tutti senza doverli dividere."

Non solo la famiglia di Sasha, a Serra Riccò, tra oggi e domani, arriveranno anche altri quattro parenti di una donna ucraina che lavora nel territorio. "Non sono gli unici, domani arriveranno anche altre quattro persone che scappano dall'Ucraina - spiega il sindaco Negri -, sempre familiari di una delle tante badanti ucraine che lavorano sul nostro territorio."

Ancora in attesa di un percorso preciso da seguire, il sindaco spiega i passi che sono stati compiuti per preparare a ritorno dei due furgoncini. "Ora come ora non abbiamo ancora delle linee guida precise da parte della Prefettura, quindi stiamo gestendo l'emergenza come possiamo e con un grandissimo aiuto di tutti gli abitanti. Abbiamo un medico che si è messo a disposizione per fare un tampone ai profughi e una visita, anche per assicurarsi che dopo questo lungo viaggio e questi giorni di guerra siano in buona salute."

Questa sera l'incontro indetto dal Comune di Serra Riccò con le associazioni del territorio per capire il da farsi. "Servono dei referenti per gestire le operazioni, capire di cosa hanno bisogno queste persone senza che i cittadini donino cose che poi non servono e molto altro."

"Anche perchè serve l'aiuto di tutti, abbiamo veramente chiamato a raccolta tutta la comunità per esserci per queste famiglie che scappano dalla guerra. Già domenica scorsa avevo scritto un messaggio alla Prefettura per far sapere che il comune di Serra Riccò sarebbe stato pronto."

Conclude il sindaco di Serra Riccò.

 

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