L'appello arriva direttamente da padre Vitaliy Tarasenko: "Fate presto". La Liguria ha già attivato il piano per affrontare l'emergenza profughi dall'Ucraina. Per ora si attende il coordinamento nazionale dalla protezione civile. Alloggi, organizzazione sanitaria, aiuti e tutto quello che serve per andare incontro alle esigenza della popolazione ucraina.
"Sono 114 gli alloggi trovati al momento in Liguria per accogliere i profughi in arrivo dal Paese sotto attacco - spiega l'assessore regionale all'Edilizia Marco Scajola. Al momento sono subito disponibili 66 abitazioni, le altre 48 nei prossimi venti giorni. Settanta sono state trovate nel comune di Genova, 14 nel Savonese, 20 nell'Imperiese e 10 nello Spezzino. Nel caso dovesse servire è prevista anche la riconversione di uno dei Covid hotel per potere ospitare chi dovesse arrivare. A coordinare la distribuzione sarà la protezione civile nazionale in collaborazione con le prefetture locali spiegano il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti e l'assessore alla Protezione civile Giacomo Giampedrone.
Per ora sono una cinquantina i profughi arrivati a Genova conferma il sindaco Marco Bucci. A gestire la loro collocazione è stata fino a questo momento la comunità ucraina. Sono 30 i volontari della protezione civile impegnati h24 per affrontare l'emergenza a Genova. Intanto l'hub per la raccolta dei generi di prima necessità si sposta da piazzale Kennedy alla ex Palazzina Q8 poco distante. Rinnovato l'invito a portare abiti non usati, alimenti a lunga conservazione e medicinali integri e non aperti. Alisa in collaborazione con le organizzazioni nazionali renderanno nota la lista delle medicine che servono a far fronte alle necessità.
A Villa Bombrini il punto di accoglienza e screening per far fronte alle necessità sanitarie legate al Covid ma non solo. Qui i profughi avranno anche assistenza di tipo burocratica e psicologica spiega il direttore generale di Asl 3 Carlo Bottaro. "L'obiettivo è quello di fornirgli tutti i mezzi per permettergli anche di integrarsi con la comunità genovese e ligure" precisa Bottaro.
Attivo anche il Gaslini di Genova che sta coordinando insieme alla struttura di emergenza e urgenza della Lombardia le necessità dei bambini in arrivo dall'Ucraina. I primi sei sono arrivati in Italia destinati alle strutture della Lombardia, altri arriveranno nelle prossime ore. Per ora l'ospedale pediatrico genovese non ospiterà pazienti in arrivo dall'Ucraina. "Siamo pronti e a disposizione in caso di necessità - spiega Renato Botti, direttore generale del Gaslini -. Abbiamo a disposizione 11 posti letto, uno di terapia intensiva, uno di sub intensiva e 9 ordinari".
Nel frattempo Regione Liguria ha predisposto anche un conto corrente dedicato dove chi volesse può fare delle donazioni a favore della popolazione. In un secondo momento verranno rese note le coordinate e insieme alla comunità Ucraina stabilito come utilizzare i fondi.