GENOVA-"Ero un po' sovrappeso e per quello ho deciso di iniziare a lavorare su di me e questo sport mi ha aiutato tantissimo".
Così Sara Stirpe, 26 anni, campionessa italiana di pugilato di Mele, piccolo comune alle porte di Genova, tra un destro e un sinistro si racconta a Primocanale nel giorno della festa della donna.
Lei si allena tutti i giorni nella palestra di Simone Rossetto ad Arenzano, dove Sara è una delle due donne che pratica pugilato a livello agonistico e dove ha iniziato ad amare lo sport. Un mondo per eccellenza maschile, che sembra però si stia evolvendo: "Il mio sport è molto maschile ma devo dire che adesso inizia ad essere frequentato anche da donne" spiega la campionessa.
"Certo, quando dico che sono un pugile alcune persone ancora mi guardano un po' male - continua -. Ma a me non interessa, sono diventata campionessa italiana, e questo mi rende fiera di quanto ho fatto".
Lineamenti dolci, femminili, Sara ammette: "Non sono mai stata preoccupata che i pugni potessero rovinare il mio viso, e nemmeno in casa mi hanno creato problemi, mio padre poi è sempre stato appassionato di pugilato, subito era scettico anche lui della mia scelta, poi ha capito".
Il pugilato ha regalato a Sara gioie e grandi soddisfazioni: "Quella più grande è stata avere la possibilità di combattere per la nazionale italiana, da luglio faccio dei ritiri con loro ad Assisi e mi sono confrontata con pugili fortissime da tutto il mondo. In Polonia ho vinto per la nazionale contro una polacca, vincere fuori casa con la maglia dell'Italia è stato bellissimo".
La magia dello sport per lei è impagabile, spiega Sara: "Oggi mi sento più sicura, fino a qualche anno fa camminavo per strada senza guardare in faccia le persone, questo sport mi ha cambiato e aiutato tanto.
"Non sono importanti le vittorie ma il lavoro che fai su di te, sulla tua persona, la sicurezza che acquisisci durante questo viaggio. Le donne hanno gli stessi diritti degli uomini, anche in questo sport".