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Attualità

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di Linda Miante

SAVONA - Una panchina rossa per ricordare le donne vittime di violenza in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Con questo gesto simbolico anche l’Asl2 vuole porre l’accento e sensibilizzare su questo tema che riguarda la collettività, con l’obiettivo di supportare le donne vittime di violenza e incoraggiarle a rompere il silenzio.

Ad oggi sono 212 gli accessi delle donne vittime di violenza ai pronto soccorso dell'Asl savonese nel corso del 2021. Secondo i dati dell’indagine Istat, le richieste di aiuto durante la pandemia sono molto aumentate, in particolare nel periodo di lockdown forzato si è verificato un notevole aumento di violenza domestica. Analizzando i dati Asl2 con gli anni precedenti risulta evidente una riduzione degli accessi annuali per violenza in particolare nel 2020 a Savona, probabilmente considerato ospedale covid. La motivazione verosimile, come per altre patologie, è che le persone siano rimaste lontano dagli ospedali covid per paura di contagio.
Nell’analisi degli accessi non va dimenticato il periodo di chiusura dei Punti di Primo Intervento degli ospedali di Cairo Montenotte e di Albenga, reso necessario nella fase di massima risposta all’emergenza sanitaria.

Dall’esperienza dei Pronto Soccorso dell’Asl2, emerge una forte casistica di violenza domestica, in linea con i dati nazionali, una distribuzione per fascia di età che vede un picco nelle donne tra i 31 e i 45 anni. L’84 % dei casi trattati sono di donne italiane e per il restante 16% di donne straniere quasi la metà è di origine africana.
Come risulta dai dati che evidenziano un 79% di donne con una prognosi di massimo 9 giorni, Il trauma è soprattutto psicologico, anche se diversi casi hanno comportato la necessità di un ricovero e di interventi di consulenze ortopediche o pediatriche.

Per ogni donna che si presenta nei nostri Pronto Soccorso dopo aver subito maltrattamenti fisici è previsto un protocollo diagnostico terapeutico di assistenza e protezione, sia della donna che di eventuali accompagnatori (figli minori insieme alla madre)”, ricorda Luca Corti, direttore Pronto Soccorso di Pietra Ligure.

“Nella maggior parte dei casi la modalità del trauma riferito dalla donna risulta poco credibile, il racconto è pieno di contraddizioni e tende a minimizzare l’accaduto. L’accompagnatore o è insistente o alle volte  “eccessivamente” presente. I campanelli d’allarme per noi operatori sanitari sono sicuramente gli accessi ripetuti sempre per patologia traumatica ed evidenti stati di ansia e di paura" spiega Roberto Lerza, direttore Dipartimento di Emergenza e Direttore del Pronto Soccorso di Savona.