GENOVA-Continua ad aumentare il numero di carcasse di cinghiale trovate positive alla peste suina. I controlli per la peste suina africana nella zona infetta hanno trovato infatti quattro nuovi casi, tutti in Liguria.
Salgono così a 60 le positività finora accertate a partire dal 27 dicembre scorso: 32 in Piemonte e 28 in Liguria. Lo comunica l'Istituto Zooprofilattico di Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta, incaricato del monitoraggio di cui il direttore è anche commissario straordinario per l'emergenza. I nuovi casi positivi sono stati riscontrati tutti nella provincia di Genova: tre a Rossiglione, in totale otto i cinghiali infetti accertati nel territorio comunale, e uno a Campo Ligure con il totale dei casi infetti nel Comune che sale a quattro.
"Non vogliamo che Piemonte e Liguria siano ghettizzate, l'obiettivo primario è l'eradicazione della peste suina africana con interventi tempestivi". Così il commissario straordinario per la peste suina africana, Angelo Ferrari, audito oggi in una riunione congiunta delle Commissioni Agricoltura e Sanità del Consiglio regionale. Ferrari ha spiegato che per certificare l'eradicazione della malattia è necessario che passi un anno dal ritrovamento dell'ultima carcassa. Da qui la necessità di interventi tempestivi, "perché se avvenisse il passaggio dai cinghiali ai maiali - ha affermato - le conseguenze sarebbero assai più catastrofiche di quelle attuali".
"La strategia per combattere il morbo - ha spiegato - si basa sulla creazione di 'barriere tagliafuoco' per creare il vuoto sanitario nella zona critica, sia macellando sia abbattendo i capi degli allevamenti nella zona contaminata. Va affrontata con massima celerità anche la proposta di una rete per circondare la zona infetta, coinvolgendo il territorio. Ma va mantenuto un basso profilo per prevenire allarmismi e fake news".
Peste suina, sindaci della zona rossa pronti a protestare-LA NOTIZIA
La creazione del vuoto sanitario è in realtà già a buon punto, con solo una decina dei 103 allevamenti interessati che non sono stati ancora vuotati. Restano da abbattere e distruggere ancora circa 6.000 suini. Intanto aumenta il malcontento tra i sindaci dei 36 comuni in provincia di Genova e Savona che rientrano nella zona infetta, dove le ordinanze ministeriali hanno messo in atto un vero e proprio lockdown dei boschi e che ora minacciano di scendere in piazza e protestare.