GENOVA-"Un luogo dove gli ucraini che abitano a Dubai possano incontrarsi, per supporto e aiuto". È diventato questo il Padiglione Ucraina di Expo 2020 Dubai, dove dall'inizio della guerra le pareti accolgono migliaia di messaggi colorati di vicinanza e solidarietà da tutto il mondo. A spiegarlo il direttore della struttura ucraina di Expo, Ivan Sydorenko, che a casa, a Kiev, ha ancora i suoi genitori.
"Il senso del padiglione ucraino è cambiato, al 100%. Prima della guerra parlavamo di cultura, arte e innovazione ma dopo l'attacco della Russia questo 24 febbraio il messaggio si è trasformato, ed è solo uno: uniti con l’Ucraina"
"Ora è diventato una piattaforma per informare i visitatori da tutto il mondo della guerra, dell'aggressione russa e delle atrocità che stanno succedendo nel mio paese"
La tensione si fa sentire anche all'Expo, dove i padiglioni di Russia e Ucraina sono solo a qualche metro di distanza: "Non ho ancora visitato il padiglione della Russia e non ho incontrato nessuno della loro delegazione - continua Sydorenko -. Credo che i problemi siano nati molto prima dell'attacco, c'erano già nel 2014. Spero che la guerra finisca presto, uniti possiamo mettere la parola fine a questo conflitto. A casa ho lasciato miei genitori che vivono a Kiev, sono molto spaventati. Voglio solo dire che negoziare è fondamentale".
"C'è anche il nostro muro della solidarietà - continua -, dove chi passa può lasciare un messaggio di vicinanza. Da qualche giorno cerchiamo di essere un luogo dove gli ucraini che abitano a Dubai possano ritrovarsi per supportarsi e aiutarsi."
Tanti i post-it da tutto il mondo sulla grossa parete del Padiglione, che ha accolto anche il messaggio del presidente di Regione Liguria Giovanni Toti . "La Liguria sta con l'Ucraina" si legge, sul pezzo di carta. "Ovviamente abbiamo inserito questa tappa nel nostro programma - dice Giovanni Toti -, era fondamentale. Ho portato al direttore del padiglione tutta la nostra solidarietà mentre a Genova la macchina degli aiuti continua a muoversi, sia dal punto di vista sanitario che da quello organizzativo".