CARASCO-Scaffali quasi vuoti, zucchero, farina e olio di semi sono scomparsi dalle vetrine di diversi supermercati liguri. Guerra in Ucraina o esagerazione? A rispondere è Stefano Gualtieri, responsabile del servizio logistico dell'Ipercoop di Carasco, nella bassa Val Fontanabuona.
E un po' come a pochi giorni dal lockdown a inizio marzo 2020, la paura si insinua nella mente delle persone per possibili problemi di rifornimento. Così, il chilo di farina 00 che solitamente durerebbe due settimane ad una famiglia di tre persone non basta più, e lo scaffale si svuota in poche ore. E mentre alcuni supermercati sembrano temere le conseguenze della guerra in Ucraina per la continuità di vendita di determinati prodotti, come l'olio di semi "razionato" in alcuni punti vendita, all'Ipercoop di Carasco nessuna difficoltà: "Noi non abbiamo problemi sull'approvvigionamento dei prodotti, la merce arriva e c'è, il problema è legato alle persone che comprano molto di più rispetto al solito. La situazione domani sarà diversa, non ci saranno tutti questi scaffali vuoti. La corsa alla farina è senza senso, guerra, problemi legati al mondo dell'autotrasporto: non ci sono motivi per fare scorta perchè non ci sono problemi".
Vere e proprie rincorse per le ultime confezioni nonostante molti supermercati abbiano scorte che possono durare dai sei agli otto mesi. Come le immagini ci riportano ai primi giorni di lockdown, quando il lievito era ormai introvabile, anche questa "psicosi" ha un prodotto simbolo: l'olio di semi. "Di più sono stati presi beni di prima necessità e cose che durano come farina - continua Gualtieri -, zucchero, e poi chiaramente l'olio di semi, penso sia il record di vendite. Il prodotto più comprato in assoluto".