La Corte dei Conti vuole vederci il più chiaro possibile sulla vendita di Autostrade al consorzio misto che vede associati Cassa Depositi e Prestiti, per la parte pubblica, e i fondi internazionali Blackstone e Macquarie. L'organo di giustizia e controllo contabile, secondo l'agenzia Reuters, insiste nel chiedere chiarimenti al governo prima di decidere se registrare gli atti propedeutici alla vendita di Autostrade per l'Italia (Aspi). Potrebbe così tornare in forse una operazione del valore di oltre 8 miliardi di euro, il prezzo pattuito lo scorso giugno fra lo Stato e i Benetton per il riacquisto della società di gestione.
Domani alla Corte dei Conti è prevista la riunione della sezione di controllo sulla pratica Autostrade e la magistratura contabile ha convocato rappresentanti dei soggetti coinvolti. Segno evidente che le risposte finora date dalle parti in causa agli interrogativi della Corte dei Conti non sono state considerate sufficienti.
"Di là da tutte le altre ragioni di cui noi familiari delle vittime del Morandi siamo portatori - dice Egle Possetti, leader del Comitato - in termini meramente economici questo accordo è un tracollo per lo Stato e la Corte dei Conti dovrebbe proteggere il patrimonio pubblico e quindi i soldi dei cittadini, noi speriamo che questo incontro possa andare nel segno di un approfondimento importante a favore dei cittadini, se così non fosse sarebbe l'anticamera di un'altra vergogna".
La stessa Possetti, appreso della convocazione delle parti presso la Corte, ha così deciso di scrivere, a nome del Comitato Ricordo Vittime Morandi, una lettera aperta a tutti i componenti della Corte dei Conti:
"Con riferimento all’accordo fra la società ASPI e CDP unito ad una cordata societaria, attualmente in esame presso i Vostri uffici, sono a scrivere alcune osservazioni con il cuore.
Sono la Presidente del Comitato Ricordo Vittime Ponte Morandi, da oltre tre anni lottiamo con dignità, referenza e rispetto per avere la giustizia che i nostri cari meritano, attendiamo fiduciosi l’esito processuale, attendiamo fiduciosi che le nostre istituzioni pubbliche possano dare un segno importante che ci faccia ancora sperare.
Abbiamo assistito a promesse rispetto alla Revoca della Concessione autostradale con ASPI abbiamo assistito alla scarsa volontà di trovare altre soluzioni percorribili esistenti, a valle degli eventi, unitamente ad altre associazioni abbiamo anche presentato presso la Procura della Repubblica di Roma esposti in merito alla situazione patrimoniale della società, siamo certi che questo accordo leda profondamente l’erario e sia la conferma che in Italia chi commette gravi errori, od addirittura reati definiti anche da un probabile patteggiamento, non abbia nessun tipo di penalizzazione, anzi possa addirittura uscirne vincitore ed oltre che godere di tutti gli ingiusti utili passati con le gravi e manifeste manchevolezze, goda ancora di questo vergognoso introito.
Abbiamo avuto conoscenza di un previsto incontro di chiarimento presso i Vostri uffici con le parti a valle di questa ipotesi di patteggiamento, speriamo vivamente che questo non sia il tracciato di un’approvazione dell’accordo, che non sia il preludio di una nuova ed imperdonabile vergogna italiana.
Non abbiamo parole per definire il nostro dolore, non abbiamo parole per definire la nostra tristezza nel vedere un probabile nuovo “omicidio" delle nostre famiglie, non abbiamo parole per definire quanto ci sentiremo soli se questo accordo dovesse diventare definitivo, non ci vogliamo neanche pensare.
Noi speriamo che la ragione, l’equità e la giustizia possano prevalere, se questo accordo passerà mi vergognerò per tutta la vita di essere italiana.
Siete l’ultimo ostacolo alla marea nera, speriamo abbiate la forza di fermarla".
Una "marea nera" che teme Mattia Crucioli, avvocato e senatore, da tempo con lo sguardo puntato sulla Corte dei Conti come possibile soggetto dirimente della questione. "Io speravo che ci fosse un provvedimento tranchant, invece temo che stiano prendendo tempo, aspettando il patteggiamento che eliminerebbe il rischio della sanzione accessoria interdittiva, misura che avrebbe l'effetto di trasformare la società in una scatola vuota".
"Uno dei problemi sollevati dalla Corte dei Conti verteva proprio sulla tempistica dell'accordo, ovvero sulla sua definizione senza aspettare l'esito di un processo penale col rischio concreto di una sanzione che avrebbe concretizzato un macroscopico danno erariale per compravendita non cauta. Ma se la Corte dei Conti prendesse tempo, fino a decidere a patteggiamento ratificato, dallo scenario verrebbe meno il principale ostacolo alla registrazione dell'accordo e alla sua regolarizzazione. Se la Corte decidesse adesso, allo stato dovrebbe dire che l'accordo è stato fatto frettolosamente e male; dopo il patteggiamento, il quadro cambierebbe".
La Corte deve esprimersi sulla correttezza formale delle procedure seguite dalle amministrazioni competenti, senza entrare nel merito. Di solito la Corte dà il benestare alla registrazione, ma talvolta si oppone. Lo scorso anno, la Corte si era opposta al contratto fra governo e l'azienda farmaceutica ReiThera sul cosiddetto vaccino italiano contro il Covid-19, prodotto che così non era entrato in produzione.