GENOVA - Un hub regionale unico per affrontare a 360 gradi l'emergenza ucraina. E' questa la soluzione che Regione Liguria potrebbe adottare per far fronte alle necessità ed esigenze dei profughi ucraini che arrivano sul territorio ligure. Per ora sono circa 3mila quelli giunti in Liguria dalle diverse città martoriate dalla guerra.
Per il momento è stata individuata la Sala Chiamata del Porto di Genova, che fino a qualche mese fa era in grado di effettuare più di mille vaccini al giorno quindi già in grado di gestire flussi numericamente importanti. In questo mercoledì un sopralluogo per valutarne l’idoneità e renderlo operativo nei prossimi giorni.
"Un centro di prima accoglienza capace di accentrare le operatività di Protezione Civile regionale, Asl, Comune e Questura migliorerebbe ancora di più il servizio offerto ai cittadini ucraini che stanno attraversando un momento di grande emergenza” spiega il presidente di Regione Liguria e commissario delegato a coordinare l’accoglienza dei profughi in Liguria Giovanni Toti e l’assessore alla Protezione civile Giacomo Giampedrone.
"L'elevato tasso di vaccinazione Covid conseguito in Liguria - spiega Giacomo Zappa, responsabile Gestione pandemie ed emergenza Ucraina Asl3 - ha determinato una drastica riduzione degli accessi alla Sala Chiamata del Porto. Questa circostanza rappresenta un'opportunità che permette di convertire parte degli spazi e dotazioni strumentali già utilizzate per realizzare un centro multifunzionale che garantisca un percorso per l'accoglienza dei profughi omnicomprensivo".
Nell'hub ci sarebbe spazio per l'anagrafe sanitaria, il tampone, la ricerca della soluzione abitativa, la presa in carico da parte dei servizi sociali sino all'avvio delle pratiche per l'ottenimento del permesso di soggiorno.