GENOVA - "L'obiettivo minimo dei russi è conquistare la parte orientale e meridionale sino ad Odessa, per raccontare una vittoria all'opinione pubblica Russa dichiarando di aver fermato il 'genocidio nel Donbass', così come era stato presentato da Putin". È questa la fotografia della situazione in Russia della politologa Mara Morini, professoressa dell'Università di Genova ed esperta di politica russa. "A Putin serve un risultato nel breve periodo - spiega - per non perdere il favore dell'opinione pubblica, che durante la guerra è salito all'80%".
In Russia c'è una forte frattura generazionale: "I giovani hanno informazioni dall'occidente e hanno quindi cercato di protestare, mettendo a rischio la loro vita, gli over 50 invece guarda la televisione e in Russia è stata diffusa un'altra immagine della guerra, definita come un'operazione militare speciale".
La ritirata strategica dei russi, che hanno ripiegato verso la parte orientale, ha fatto scoprire le pratiche crudeli dell'esercito verso la popolazione a Bucha: nelle strade sono stati trovati cadaveri con le mani legate uccisi da armi da fuoco ed è stata rinvenuta una fossa comune con 300 corpi. "Sono atti criminali - spiega Morini - molti leader politici vogliono chiudere completamente i rapporti con la Russia, cosa che secondo alcuni andava fatta prima. La situazione è ancora in via d'evoluzione, i negoziati però non sembrano essere a buon punto dato che non si vede all'orizzonte un incontro tra Putin e Zelensky".
Ci sono varie ipotesi sulla fine della guerra: "Quella che va per la maggiore è che Putin voglia porre fine alle ostilità il 9 maggio - dichiara - data simbolica per la sconfitta del nazismo da parte di Stalin. Vediamo se vorrà usarla per porsi come vincitore del conflitto".