GENOVA - Uno sciopero di due ore, dalle ore 8 alle ore 10 di oggi lunedì 11 aprile, alle Acciaierie d'Italia di Cornigliano, poi prolungato per 24 ore.
L'agitazione è stata proclamata dalla Rsu, i rappresentanti dei lavoratori "per i problemi di sicurezza nello stabilimento genovese" in seguito alla caduta di un rotolo di acciaio di 10 tonnellate nel reparto "ciclo latta".
E' successo alle sei di sabato mattina: solo per caso non ci sono stati feriti o vittime. Ma il gruista è ancora sotto choc. Sott'accusa le condizioni dei cavi della gru e le manutenzioni, sempre più dilazionate.
La prima protesta con presidio si è svolta davanti ai cancelli e sotto gli uffici della direzione dello stabilimento.
La seconda agitazione, fissata per domani mattina, martedì 12 aprile, è scaturita dalla difficile dialettica fra azienda e lavoratori. E stavolta ci sono molte probabilità che i lavoratori non si limitino a un presidio ma partano in corteo sino a bloccare la viabilità di via Cornigliano.
Sotto la lente dei lavoratori ex Ilva i problemi di sicurezza e la tutela dell'incolumità all'interno dello stabilimento: sabato mattina il cavo della gru si è strappato mentre il carroponte spostava un rotolo da 10 tonnellate fra gli operai al lavoro.
Pochi giorni fa, mercoledì 6 aprile, come comunicano i sindacati, "consci della situazione precaria del livello manutentivo dei mezzi di sollevamento, quali gru e carriponte avevamo chiesto mezzo PEC la verifica dello stato dei cavi di sollevamento". Insomma "un incidente annunciato che si doveva e poteva prevenire" aggiungono i lavoratori.
"Non possiamo continuare a dire è andata bene. Qui quotidianamente abbiamo situazioni precarie. Abbiamo bisogno di sapere che i controlli siano fatti nei tempi corretti. Non possiamo permetterci oggi nel 2022 di stare ancora a sperare di arrivare a casa senza farsi male", dichiara Nicola Appice, Rsu Fim Cisl.
"Oggi la questione dell'Ilva su Genova resta la questione più calda" dichiara a Primocanale Stefano Bonazzi, segretario generale della Fiom Cgil Genova, che aggiunge: "Chiediamo conto con forza alla proprietà in parte anche statale e alla politica locale".