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Attualità

Da sabato a lunedì c'è stato un lungo coprifuoco, questa notte le sirene non hanno suonato
1 minuto e 37 secondi di lettura
di T.O.
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ODESSA - "Da ieri notte fino a stamattina è la prima notte, anzi giorno completo, senza i suoni terribili delle sirene e dei bombardamenti"Irina vive nella periferia di Odessa, in piena zona di guerra, e racconta a Primocanale di questo piccolo assaggio di normalità: "Ho dormito e mi sono svegliata alle 8:30: è la prima volta in questi 50 giorni".

La situazione nella zona però non sta migliorando: "Per fortuna mi vedete in momenti più leggeri - racconta -. Ieri stavo molto male, a volte ti senti in trappola. Arrivano brutte notizie e ti senti pieno di dolore, non puoi 'funzionare', mangiare. C'è tensione, i miei conoscenti volevano tornare ma ora hanno abbandonato l'idea. Aspettiamo sempre i bombardamenti. Da sabato sera fino a lunedì mattina c'è stato coprifuoco, uscivamo solo per portare in giro i cani. È stata la prima volta che è durato così tanto".

Il figlio di Irina, giornalista che collabora con l'americana Cnn, è stato nei paesini vicino alla città di Mykolaïv (Nikolaev): "Molti di quei paesi non ci sono più - spiega Irina - sono rovine. Ci vive gente  semplice, contadini che combattevano fino alla morte contro i russi, nessuno si aspettava questa grande resistenza da loro. Io sono convinta che ogni persona, soldato e civile è pronto a combattere fino alla fine".

Proprio nella 'sua' Odessa stanno arrivando gli aiuti partiti da Genova: "È una boccata d'aria. Nei supermercati comincia ad intravedersi la mancanza di cibo, c'è tutto ma meno scelta, si vede il cambiamento. Sono bloccati tutti i porti, la via da cui arriva la maggior parte della merce, a Genova lo capirete bene visto che ce n'è uno grande. Ora il nostro è bloccato, non c'è possibilità di usarlo. I negozi aprono ma per la vita della città è pochissimo".

Poi conclude con una battuta che dimostra la sua grande forza d'animo: "Oggi anch'io ho una missione: vado a cercare una colomba per la Pasqua di domenica". Un altro piccolo assaggio di normalità in mezzo alla guerra.

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