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Attualità

Quella genovese è la prima Ong ad entrare nella capitale e a Kharkiv
1 minuto e 44 secondi di lettura
di T.O.
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UCRAINA - La missione umanitaria di Music for Peace ha raggiunto il suo obiettivo: il presidente della Ong Stefano Rebora e Matteo Di Domenico sono arrivati in Ucraina e hanno portato cibo e medicine nelle zone di Leopoli, Kiev e Kharkiv. "Per quanto riguarda i pacchi abbiamo già distribuito quelli alimentari - spiega Rebora a Primocanale - ne restano 100 che distribuiremo a Leopoli. Poi metà di quelli coi medicinali, i restanti sono destinati agli ospedali sempre di Leopoli. Siamo stati la prima Ong a entrare nelle aree di Kiev e Kharkiv. Eravamo a cavallo tra le due città, abbiamo distribuito materiale nei paesini attorno".

Rebora racconta della situazione nelle zone di guerra: "Abbiamo trovato una situazione apparentemente tranquilla a Leopoli, anche se la città è militarizzata, mentre avvicinandoci a Kiev abbiamo trovato devastazione in ogni dove. Il centro città sembra quasi normale ma allontanandosi tra i 20 ed i 150 km è in tutto e per tutto una zona di guerra con carri armati bruciati, trincee e altri segnali. Durante le distribuzioni abbiamo assistito a scene da panico. Una signora anziana a cui abbiamo portato un pacco aveva il carro armato nel giardino e la casa sventrata. Mancano luce e internet. Siamo stati in una scuola dove fino a due settimane prima c'era la palazzina comando dell'esercito russo, scuola sventrata".

A Kiev Rebora e Di Domenico hanno incontrato Costantino Passalacqua, ligure a Kiev che numerose volte ha raccontato la vita nella capitale in diretta a Primocanale: "È stato bellissimo perché siamo entrati in contatto con lui quando eravamo a nord, a Kharkiv. Si è dato subito disponibile per ospitarci. La Liguria che si rincontra. Poi ho pensato che mi sarebbe toccato fare un mezzo derby - scherza Rebora - ma mi ha rassicurato: è di Spezia ma genoano, mi ha rincuorato tantissimo. L'incontro è stato particolare, emozionante. Abbiamo approfondito la nostra conoscenza, gli abbiamo promesso pesto e salsa di noci".

"Questa guerra è come le altre - conclude Rebora -. Mi hanno colpito la distruzione e la disperazione delle persone, la loro voglia di pace perché fondamentalmente è il popolo che ci rimette, non gli interessano queste cose".

 

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