Genova -Il portavoce dei due comitati garantiscono che lassù si vive bene, "sì, ci sono un po' di infiltrazioni nelle case e nessun negozio, ma per il resto qui non si sta male...".
Ma il bicchiere non è sempre mezzo pieno alle Lavatrici di Pegli 3, quel quartiere collinare del ponente di Genova che si vede dall'autostrada A10, famoso per gli oblò di cemento disegnate negli anni 80' dall'architetto Luigi Rizzo, pare prendendo spunto da abitazioni "arnie" giapponesi.
Lassù alle Lavatrici un tempo c'era una galleria commerciale, con market, negozi e bar, e adesso nulla. Peggio che al Cep di Prà, quartiere popolare molto più esteso, ma dove almeno c'è un panificio, la farmacia, uno sportello Cgil e una parrucchiera.
"Esiste un progetto da tre anni per un riavere dei negozi - spiega Davide Berli, del comitato San Pietro di Pra' affacciato sul porto commerciale di Pra' - ci saranno dei bandi, qualcuno interessato c'è, avevamo una galleria con supermercato, pizzeria e tabacchino, ma da quattro anni non abbiamo più niente... c'è anche l'idea di fare una fabbrica del pesto, visto che siamo a Pra'".
Alle Lavatrici ci sono 700 abitazioni, di cui il 40% di privati e il resto del Comune, "ma qui si vive bene, aldilà delle solite infiltrazioni nelle case" spiega Stefano Di Luigi, voce del comitato Pegli 3 affacciato sui campi di calcio e il verde di via Ungaretti.
Che non si viva bene però trapela dalle parole delle persone, quasi tutti anziani, ferme ad aspettare il bus che porta in città, a Pra', il posto dei negozi, così vicino eppure così lontano per chi non ha un'auto o uno scooter: "Pochi bus di sera, nessun negozio, strade sporche" denunciano tutti.
(Il viaggio alle Lavatrici di Primocanale continua nei prossimi giorni)
IL COMMENTO
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