GENOVA - E' un'emergenza che in Liguria coinvolge oltre 40,6 mila ragazzi: il 20,1% dei giovani Liguri compresi tra i 15 e 29 anni non studiano, non lavorano e non seguono corsi di formazione con numeri in aumento. La percentuale ligure è di 1,8 punti superiore a quella del Nord Ovest (18,3%), ma è inferiore di 3,2 punti percentuali rispetto alla media delle regioni italiane (21,5%). In tutta Italia sono circa 3 milioni i ragazzi 'persi' dalla società con il Bel Paese al primo posto in Europa per numero in questa penalizzante classifica.
Dal governo Draghi un piano per provare a mettere un freno a questi dati. "Questa situazione ci preoccupa, in passato sono mancati gli investimenti e si tratta di un qualcosa che il Paese non può più permettersi" spiega Fabiana Dadone, ministro per le politiche giovanili a Genova per un evento che ha coinvolto centinaia di ragazzi per far capire loro l'importanza di non perdersi nel percorso di formazione e crescita sociale.
"Bisogna lavorare con i comuni per mappare la situazione e creare degli sportelli in modo da avere un canale diretto - spiega ancora Dadone -. Molto spesso c'è tantissima informazione ma poi è difficile che arrivi a destinazione. Bisogna lavorare per migliorare la comunicazione. Proprio dal governo è arrivato un investimento utile per finanziare i centri dell'impiego e aprire un canale privilegiato per questi ragazzi. Bisogna moltiplicare le occasioni e creare sinergia anche con le aziende dei territori".
L'emergenza Covid non ha aiutato, anzi. Dalla Regione sono tante le iniziative messe in campo per favorire il recupero dei giovani e aiutarli a iniziare un percorso utile per immetterli nel mondo del lavoro. Con l'appello rivolto proprio a loro di sfruttare al massimo le occasioni messe a disposizione. come spiega l'assessore regionale alle Politiche giovanili Ilaria Cavo: "Gli investimenti sui corsi triennali della Formazione Professionale e sulla filiera della Formazione Professionale hanno un obiettivo antidispersivo, ma a questo si aggiunge la misura ‘Match Point’ (50% formazione in aula, 50% stage in azienda con progetti presentati da enti di formazione e aziende) per il cui il sistema ha messo a disposizione dei ragazzi più di mille posti ovvero parti ad un quarto dell’aumento dei Neet. Gli strumenti ci sono e, come Regione, continueremo a coinvolgere anche i genitori con webinar proposti dallo staff di Orientamenti perché aumenti la consapevolezza di chi è fuori dal sistema" conclude Cavo.