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Attualità

Dopo due anni riaperte le visite nel sotterraneo dei tormenti della Casa dello Studente dove venivano torturati i partigiani genovesi
1 minuto e 13 secondi di lettura
di Michele Varì

GENOVA -Viaggio nelle celle e nei sotterranei dove venivano torturati partigiani e ogni oppositore del regime nazifascista.

Primocanale nel giorno della Festa della Liberazione percorre i locali dell'orrore posti sotto la casa dello Studente di Genova, in corso Gastaldi, chiusi da due anni per il Covid e che erano stati murati dopo la Liberazione come a nascondere quelle vergogne. Celle riscoperte grazie ad alcuni studenti negli anni '70 e poi subito aperte alle visite dei cittadini come prova delle atrocità della Gestapo e del regime.

I nazisti delle ss prima di scappare dalla Casa dello Studente bruciarono tutte le documentazioni per cancellare quegli orrori: ma si calcola che nei sotterranei transitarono centinaia di persone. A guidare la visita di Primocanale è Franco Attanasio del Centro documentazione Logos.

Spesso le vittime venivano prelevate nel carcere di Marassi e portate lì, nelle viscere della Casa dello Studente nata per volere dei dittatori per sostenere lo studio dei pochi privilegiati iscritti all'Università, unica condizione: avere la tessera del fascio. Schiaffi, staffilate, bastonate, punture con aghi e chiodi, scosse elettriche, soffocamento con l'acqua: erano queste alcune delle tecniche di tortura.

Attanasio spiega: "La resistenza non fu un fenomeno solo italiano ma europeo, per questo abbiamo voluto dedicare queste celle ai condannati a morte di ogni nazione. C'è una lettera scritta da un ragazzo danese condannato a morte che scrive prima di andare a morire per chiedere di adottare al suo posto un bambino tedesco".

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