GENOVA- La loro rischiava di essere una tragedia nella tragedia della guerra in Ucraina. Sono 17 dializzati che sono arrivati in Liguria grazie alla comunità di Sant’Egidio di Genova che li è andati a prelevare al confine con la Slovacchia.
Si sono trovati da un giorno all’altro con il rischio di non poter proseguire le loro cure, con un domani completamente incerto al di là dei bombardamenti.
Dopo l’arrivo a Genova, un gruppo di cinque dializzati ha trovato ospitalità alla Casa dei missionari della Consolazione a Cavi di Lavagna, di fronte alla spiaggia.
"Grazie al coinvolgimento di una fitta rete di solidarietà che ha compreso anche i Focolarini, siamo riusciti a trovare questa sistemazione nella struttura che era in disuso e che è stata messa a disposizione immediatamente appena è stata chiesta - spiega Gabriella Bortolot, della comunità di Sant’Egidio - loro pensate che hanno lasciato i parenti in Ucraina: c’è chi là ha il marito, la moglie, i figli ancora giovani, i nipoti. Storie veramente struggenti. Nessuno di loro si sarebbe mai aspettato di trovarsi in una situazione così difficile prima di tutto per la loro salute. Sono rimasti molto stupiti dall’accoglienza e della solidarietà che hanno ricevuto qui".
I cinque dializzati, grazie alla disponibilità della Asl 4, potranno fare la dialisi tre volte alla settimana all’ospedale di Sestri Levante.
"Speriamo che la guerra finisca presto e che si possa tornare in patria, ma con la sicurezza di poter essere curati. Sentiamo i nostri parenti tutti i giorni, i bombardamenti stanno arrivando anche nella nostra città. Siamo molto preoccupati ma molto speranzosi. Grazie di tutto a tutti coloro che ci hanno aiutato".