RAPALLO - Matteo è ucraino e ha sette anni. Lo troviamo nell’appartamento in cui vive con la mamma Alessia, messo a disposizione dalla croce Bianca di Rapallo, mentre fa lezione a distanza con la sua classe a Leopoli. Nello schermo del computer ci sono i riquadri con le facce dei suoi compagni e la maestra. Matteo aveva portato dall’Ucraina il libro di testo, che ora risulta prezioso. Scandisce lettere o numeri, che noi non capiamo, in ucraino, ma quando saluta i suoi compagni alla fine della lezione, dice anche Ciao bambini, perché Matteo sta imparando l’italiano. Accanto a lui la mamma Alessia lavora a distanza con la sua ditta di Leopoli: “Ringrazio il mio datore di lavoro che mi dà questa possibilità” racconta Alessia. Sua sorella, che viveva in quest’appartamento insieme ai figli, qualche giorno fa è tornata in Ucraina perché altrimenti avrebbe perso il lavoro che aveva in patria. “Noi speriamo - spiega Alessia - che tutto finisca presto e che si possa tornare alla normalità, che mio figlio possa tornare a scuola con i suoi compagni e soprattutto che possa riabbracciare suo papà, mio marito, che è rimasto in patria”.
Fabio Mustorgi, presidente della croce Bianca di Rapallo, racconta che questo appartamento, che fu donato qualche anno fa da una signora profuga istriana, Erinna Gottardi, e aveva colto negli anni scorsi alcuni bambini da un orfanotrofio russo e poi, durante il COVID, è stato utilizzato per la degenza di alcuni pazienti dimessi dall’ospedale. “Sono certo che la signora che ha donato questa casa sarebbe contenta di sapere come la stiamo utilizzando. Abbiamo aperto le porte ad Alessia e a suo figlio ma ci sono altre stanze quindi c’è spazio per altre persone”.