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Attualità

L'attivista afghana arrivata in Italia lo scorso 26 agosto è stata invitata dallo Spezia Calcio al Picco e le hanno regalato la maglia "#Weforshe"
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di Silvia Isola
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È arrivata in Italia il 26 agosto, in fuga dal suo paese per sempre, ma con il desiderio di continuare a vivere, studiare e fare attivismo. Rahel Saya non poteva restare in Afghanistan dopo la presa del potere da parte dei talebani, altrimenti per il suo impegno e le sue denunce sui media occidentali avrebbe rischiato la vita. A soli 21 anni, ha affrontato un viaggio lunghissimo che da Kabul l'ha portata prima in Uzbekistan, poi in Germania e in Italia dopo diverse trafile burocratiche per ottenere asilo nel nostro paese. Adesso si trova in Liguria e qui ha ricominciato tutto da capo, anche grazie al sostegno di molti che l'hanno sostenuta attraverso raccolte fondi. 

Per questa sua storia simbolo, Rahel domenica è stata invitata allo stadio Picco dello Spezia Calcio, in una particolare giornata dedicata all’eliminazione della violenza contro le donne. Una bella iniziativa che ha visto gli aquilotti scendere in campo con un messaggio importante, lo stesso giorno in cui una giornalista a Empoli veniva molestata in diretta tv: "Mi hanno regalato questa maglia che recita #WeforShe, noi insieme per lei: davvero un bel messaggio!", commenta a Primocanale la giovane attivista afghana nella trasmissione di Liguria 2021. 

"Per me è stata la prima volta nella vita andare in uno stadio a vedere una partita di calcio è stato un momento molto emozionante per me e ho pianto dalla gioia"

Un momento di sensibilizzazione, mentre dal paese arrivano sempre più sporadiche e poco incoraggianti informazioni. L’ultimo divieto riguarda la presenza delle donne nelle serie tv, mentre per le giornaliste è scattato l’obbligo del velo. "La situazione è drammatica, le donne in questo momento non possono andare al lavoro né a scuola né qualsiasi altra attività. Dopo 20 anni di manifestazioni per cercare di far valere i propri diritti.

"In tre mesi è cambiato tutto e ora le donne sono costrette a stare a casa"

C'è preoccupazione nei suoi occhi per quello che era il suo paese e per tutte le ragazze che come lei si sono viste portare via tutto. Adesso, fortunatamente, Rahel si sente al sicuro: "Non avrei mai pensato di lasciare tutto, stravolgere la mia vita e arrivare in un posto dove non conosco nemmeno la lingua. Voglio provare a impararla, anche se per me è molto difficile. Sono felice però perché sono stata accolta con grande gentilezza e vedo che qui le persone sono sempre tutte molto gentili le une con le altre". E di lei colpisce il sorriso e la fiducia, dopo tanta sofferenza. "Sono arrivata qui il 26 agosto e di 26 cade anche il mio compleanno: questo numero rappresenta per me la rinascita. Grazie ai ragazzi dello Spezia Calcio che mi hanno regalato la maglia proprio con il numero 26".