Novecento bambini e bambine inseriti nelle scuole della Liguria arrivati dall'Ucraina in guerra: è il dato comunicato da Regione Liguria sull'accoglienza e supporto delle persone in fuga dal conflitto che si trovano sul nostro territorio. A questi dati si aggiungono quelli delle richieste di informazioni - oltre 700 nelle ultime due settimane, giunte via numero verde e via sportelli dei consumatori.
"Sono circa 900 i bambini e ragazzi ucraini che, dall’inizio dell’emergenza, sono stati inseriti nel percorso scolastico, dai 3 ai 18 anni di età, mentre i circa 20 facilitatori linguistici, presenti in 31 scuole della Liguria, hanno mediato l’inserimento di circa 288 bambini - spiegano gli assessori regionali all’Istruzione e alla Protezione civile - Le richieste continuano ad arrivare, sia da parte di nuove persone in arrivo sia da parte di chi è conscio di dover prolungare la propria presenza. Solo in quest’ultima settimana sono andate a buon fine 30 iscrizioni di bambini a scuola mediate e gestite dal sistema messo in campo da Regione Liguria”.
Oltre agli inserimenti scolastici, c'è il lavoro per dare informazioni: “Sono state oltre 700 le richieste di informazioni giunte nelle ultime due settimane al numero verde 800 938 883 o attraverso i 26 Sportelli dei consumatori attivati nell’ambito del sistema di seconda accoglienza organizzato e messo a disposizione da Regione Liguria per i profughi ucraini: questi strumenti si confermano importanti punti di riferimento, capaci di intercettare le esigenze concrete dei cittadini giunti nella nostra regione”, comunicano in una nota il presidente della Regione Liguria, l’assessore all’Istruzione e alle Politiche socio sanitarie e l’assessore alla Protezione civile.
Al numero verde è stato chiesto aiuto per il sussidio, per trovare casa mentre “Sta cominciando a prendere piede il servizio di mediazione linguistica da parte degli addetti madrelingua contattabili tramite il numero verde, che vengono richiesti soprattutto dalle strutture scolastiche o da altre istituzioni per effettuare traduzioni simultanee rivolte ai profughi con cui queste realtà vengono in contatto. La maggior parte delle telefonate arriva comunque da cittadini liguri che ospitano i profughi per avere indicazioni su come poterli aiutare, soprattutto a livello burocratico”, conferma il presidente.